Oles Horodetskyy: "Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza"
“Le parole di papa Bergoglio sul ‘coraggio di alzare la bandiera bianca’, sul ‘negoziare quando vedi che sei sconfitto’ sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla terribile e criminale aggressione russa”. Lo ha dichiarato Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia. “Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza. Mai avremmo immaginato di ricevere la stessa richiesta dal nostro Papa, capo della Chiesa Cattolica e predicatore del Vangelo. Per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male e al peccato che rappresenta oggi la Russia di Vladimir Putin. Difendere la propria vita e la propria casa è un dovere sacrosanto di ogni cittadino”, ha aggiunto.
Kuleba: “No bandiera bianca, la nostra è gialla e blu”
“Quando si parla di bandiera bianca, conosciamo questa strategia del Vaticano dalla prima metà del XX secolo. Invito a evitare di ripetere gli errori del passato e a sostenere l’Ucraina e il suo popolo nella giusta lotta per la propria vita. La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e prevaliamo. Non alzeremo mai altre bandiere”. Lo scrive su X il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, commentando le parole di Papa Francesco. “Il più forte è colui che, nella battaglia tra il bene e il male, si schiera dalla parte del bene anziché tentare di metterli sullo stesso piano chiamandole ‘negoziazioni'”, scrive ancora Kuleba, ringraziando comunque “Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace, e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell’Europa, il Pontefice trovi l’opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di ucraini Cattolici, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini”.
L’ambasciatore ucraino alla Santa Sede: “Parlarono di bandiera bianca a Hitler?”
“È così importante essere coerenti! Quando si parla di 3 guerre mondiali, che abbiamo ora, è necessario imparare le lezioni dalla Seconda guerra: qualcuno ha parlato allora seriamente di pace parlando con Hitler e bandiera bianca per soddisfarlo?”. Così l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, commentando le parole del Papa sulla necessità di negoziati. “Quindi, la lezione è solo una”, aggiunge, “se vogliamo finire la guerra, dobbiamo fare di tutto per uccidere il drago!”.
Le parole del Papa
Papa Francesco ha invitato l’Ucraina ad aprire le porte al negoziato durante un’intervista alla Radiotelevisione svizzera (RSI) che andrà in onda mercoledì 20 marzo, della quale è stato pubblicato un estratto. “Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali”, ha detto Bergoglio.
“La parola negoziare – ha continuato il Papa – è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”. Alla domanda se anche lui stesso si è proposto per negoziare, il Pontefice ha risposto: “Io sono qui, punto. Ho inviato una lettera agli ebrei di Israele, per riflettere su questa situazione. Il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il paese al suicidio. Gli ucraini, con la storia che hanno, poveretti, gli ucraini al tempo di Stalin quanto hanno sofferto…”.
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