Indagati tre ex rappresentanti legali della multinazionale

La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per 86,4 milioni di euro nei confronti della multinazionale della logistica Ups. Il provvedimento nasce dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia per una maxi frode fiscale da 480 milioni di euro realizzata – è la tesi del pm Paolo Storari e dell’aggiunto Alessandra Dolci – attraverso “fittizi” contratti d’appalto per la somministrazione illecita di manodopera negli appalti del colosso americano delle spedizioni internazionali.

Sono indagati i 3 rappresentanti legali di Ups che si sono succeduti dal 2017 al 2022. La frode Iva sarebbe stata realizzata attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti. In particolare, ricostruendo la “filiera della manodopera”, il Nucleo di polizia economico finanziaria della GdF ha scoperto che i rapporti di lavoro con Ups venivano ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro si volta si rivolgevano a cooperative ‘serbatoio’ che sistematicamente omettevano il versamento Iva o i contributi previdenziali.

In queste ore i militari stanno notificando gli avvisi di garanzia agli ex manager e alla società, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, e sono in corso perquisizioni nei confronti di persone e società coinvolte nelle province di Milano, Roma, Como e Reggio Emilia. Si tratta dell’ennesima inchiesta condotta dal sostituto procuratore Storari sul mondo della logistica: indagini con accuse similari hanno riguardato dal 2019 a oggi, fra le altre, Ceva Logistics, Brt-Bartolini, Geodis, Dhl, Gls.

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