Milano, 9 giu. (LaPresse) – “Nonostante le batoste subite speriamo che sia un processo giusto per avere giustizia nei confronti delle vittime. Finalmente la giustizia recupera il suo ruolo, le vittime almeno non sono morte invano”. Così a LaPresse Bruno Pesce, presidente dell’Associazione familiari vittime amianto (Afeva) durante una pausa nella prima udienza del maxi processo Eternit bis, iniziato oggi a Novara e che vede imputato Stephan Schmidheiny, magnate svizzero proprietario dell’industria Eternit dal 1976 al 1986: l’accusa è di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale di 392 casi, di cui 62 lavoratori e 330 vittime da esposizione ambientale. “Nel precedente maxi processo per il reato di disastro ambientale colposo era emerso chiaramente la responsabilità gravissima dell’imputato, ma allora si era preferito garantire il diritto dell’imputato a danno della giustizia: questo è grave. Fino a quando non c’è una sentenza, le vittime non avranno giustizia”, ha aggiunto.

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