Roma, 5 mag. (LaPresse) – “La signora che ha filmato l’incontro di Renzi è ben felice a incontrare il senatore Renzi e raccontargli la sua vita se questo serve a fugare dubbi sull’opacità del suo comportamento, poi perché abbia deciso di filmare ritenendo losco il comportamento di quella persona, cioè Marco Mancini che ha poi inonctrato il senatore Renzi questo bisognerebbe chiederlo a lei che io non conosco. Poi l’interrogativo è dove finisce la privacy e dove inizia il diritto di cronaca. Uno degli obblighi da pagare con la notorietà è che la privacy vive una restrizione inevitabile. Quando questo incontro avviene il governo Conte era in crisi e uno dei motivi della crisi era quello delle deleghe ai servizi. Ora quella persona che il senatore Renzi incontra aveva avuto ruoli di rilievo dei servizi, oltre ad avere una sentenza passata in giudicato sul caso Abu Omar. Ora non è irrilevante questo incontro proprio mentre il paese balla anche sulla delega ai Servizi, è una notizia, e se c’è qualcuno più accorto degli altri… E’ stato fatto tutto perché questo fosse reso nella maniera più accorta,a difesa della onorabilità delle persone coinvolte? Questo riguarda la correttezza di Sigfrido Ranucci su cui metto entrambe le mani. Ranucci ha intervistato Renzi, non è stato un colpo basso”. Così il direttore di Rai3, Franco Di Mare, rispondendo alle domande durante la sua audizione in commissione vigilanza Rai. “Per me era giusto mettere in onda quel servizio, poi Renzi può incontrare gli amici dove vuole. Ma lo spazio privato di un uomo politico è evidentemente ridotto. Se parlavano dei babbi erano fatti loro, ma se invece parlavano del Copasir era interessante. Io scommetto il mio stipendio che chiunque avrebbe filmato o fotografato quell’incontro”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata