Riccardo Piatti, ex coach di Jannik Sinner, nel corso di una intervista al Corriere della Sera, parla per la prima volta dopo la separazione con il campione altoatesino diventato poi numero 1 del mondo. “Quando ho finito con Jannik ammetto di aver avuto qualche mese di stordimento, poi sono andato verso quello che piace a me: insegnare tennis”, ha rivelato Piatti. “Ho smesso di vivere la vita degli altri. 52 settimane all’anno in trasferta, la famiglia che ruota intorno alle esigenze del giocatore: Gasquet, Ljubicic, Raonic, Djokovic, Sinner”, ha ricordato l’allenatore, che ha ammesso che con Sinner si sente “di rado”, ma che il suo ex allievo gli ha mandato gli auguri di compleanno lo scorso 8 novembre. “Eravamo alla vigilia delle Atp Finals. Divertiti e facci divertire, gli ho scritto. Andrà bene, ha risposto. Sapeva già tutto. Sapeva che avrebbe vinto”, ha raccontato.
Sinner rientrerà a Roma, dopo tre mesi di fermo agonistico, sulla terra, la superficie meno gradita. “Sarà subito forte. Io credo davvero che quest’anno possa fare il Grande Slam. La sospensione gli ha allungato la vita: arriverà a fine stagione fresco. Si gioca troppo, mentalmente non ci si ferma mai. Lui tornerà carico e motivato“, ha proseguito Piatti. Sul divorzio da Sinner, invece, spiega: “Ho sempre voluto che Jannik diventasse indipendente, sapevo che un giorno se ne sarebbe andato. Ma con lui dovevo essere l’allenatore rigoroso, a volte rigido: era il mio ruolo”. “Era l’unico modo per arrivare in alto. Dovevo dire di no, dare regole. L’ho preso a 13 anni, se n’è andato a 20″, ha aggiunto. La separazione “non la vivo come una questione di irriconoscenza: Jannik fa il suo lavoro, non deve ringraziare nessuno. Né sento di aver qualcosa da chiarire con lui. Il tennis è uno sport in cui l’ego è molto presente”. Infine, Piatti rivela chi vedrebbe bene come nuovo super coach di Sinner dopo Darren Cahill, che smetterà a fine stagione. “Carlos Moya, che avevo già preso in considerazione. È stato numero 1, conosce il circuito. Umanamente è un’ottima persona, come Darren. Renzo Furlan, ora che ha smesso con Paolini, è libero. Ljubicic è molto valido. Oppure Becker, che avevamo contattato; però lavorare con Boris è più complicato. I nomi sono questi”, ha concluso Piatti.