Nel mirino c'è la stoccata finale del torneo di fioretto maschile che ha portato all'oro dell'atleta di Hong Kong
Argento di rabbia. Il fioretto azzurro attendeva Tommaso Marini per risollevare le sorti di una spedizione parigina iniziata male, ci ha pensato invece Filippo Macchi a dare la scossa alla squadra di scherma. Ma il finale è rovente tra la furia del ct Stefano Cerioni, che parla apertamente di “vergogna”, e i fischi del pubblico del Grand Palais, diventato per una sera una torcida italiana. Nel mirino c’è la stoccata finale che ha portato all’oro dell’atleta di Hong Kong Kong Ka Long Cheung, che si è imposto 15-14. Contestatissima e arrivata dopo due assalti che i giudici non hanno attribuito al pisano decidendo per la ripetizione del punto.
Resta l’amarezza per un argento che poteva essere oro, anche perché dopo esser stato sotto a lungo il campione europeo 2023 era riuscito a portarsi avanti 14-12. Prima della decisione definitiva dei giudici che ha scatenato la furia dello schermidore toscano e di tutta la delegazione italiana. Al punto che il presidente della Federschema Paolo Azzi ha annunciato una protesta formale al Cio in accordo col Presidente Malagò.
“Fortunatamente il Presidente Bach, campione olimpico di fioretto ha visto tutto – ha spiegato Azzi – Mai visto nulla di simile. È Filippo Macchi il vero vincitore e gli è stato negato un oro che meritava”. Il più pacato, dopo il comprensibile sfogo al termine dell’assalto, alla fine è proprio Macchi. “La scherma è uno sport a discrezione dell’arbitro, io sono andato avanti 14-12 e probabilmente dovevo chiuderla lì – ha raccontato – Non sono stato in grado di farlo, riguarderò a casa le stoccate. Ora non voglio esprimermi, lì dentro sentivo di aver ragione però adesso c’è veramente tanto rammarico e dispiacere. Ho sognato questo momento mille volte, non l’ho mai sognato così”.
Se la medaglia è giunta inattesa, la pedana è sempre stata nel destino di Macchi. Nipote di Carlo Macchi, icona della scherma italiana che, oltre ad aver fondato il Circolo di Navacchio, ha collaborato per anni con la federazione, e fidanzato di Giulia, a sua volta figlia di due ex fiorettisti, di certo dopo una giornata da favola, in cui l’atleta classe 2001 ha eliminato il numero 2 del ranking mondiale Nick Itkin, il toscano si aspettava un epilogo diverso. C’è ancora però una gara a squadre da onorare. E di certo tutto il team del fioretto, sia al maschile che al femminile, avrà l’occasione in pedana di rifarsi di tutto ciò che non è arrivato, o è arrivato solo in parte, a livello individuale. “Sicuramente c’è dispiacere ma domani questa medaglia avrà un altro sapore – promette Macchi – Ora abbiamo una gara a squadre, siamo arrabbiati, ci supporteremo”.
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