Il presidente della Federgolf e vicepresidente del Coni: "Su Ryder Cup saremo all'altezza delle aspettative"

"Quando ho deciso di lanciarmi nell'avventura della Ryder Cup qualcuno ha pensato che fossi matto. In effetti era un sogno demenziale, inarrivabile. Ma io sapevo che l'Italia e Roma avrebbero fatto breccia nella testa di chi doveva decidere. Tutto è successo quattro anni fa, il 14 dicembre del 2015. L'inizio è stato faticoso, ancora di più quando alcune forze politiche non hanno capito che valenza avesse questo evento. Ora però posso affermare che è andata meglio di quanto immaginassi. C'è stata un'attenzione crescente da parte del Paese, saremo all'altezza delle aspettative". Lo dice tutto d'un fiato, il professor Franco Chimenti, presidente della Federgolf dal 2002, vicepresidente del Coni, nel board delle Olimpiadi invernali del 2026. "Nel 2021 e nel 2022 l'Open si terrà al Marco Simone, il campo della Ryder, per il 2020 vediamo. Qualcuno ha dato per scontato l'Olgiata, ma non è assolutamente scontato", aggiunge Chimenti, il Richelieu di Giovanni Malagò.

Ryder e Olimpiade, lo sport italiano è in vetrina anche se il ministro Vincenzo Spadafora ha usato Facebook per scrivere che i costi sono eccessivi. Un miliardo? Troppo: "In realtà, il ministro ha parlato di un miliardo per le Olimpiadi e 50 milioni per la Ryder. Si tratta dell'intervento previsto in Finanziaria. Secondo me non sono troppi, né il miliardo né i 50 milioni. Noi dobbiamo pensare alla viabilità del Marco Simone, alla massa di persone che si sposterà. In Wisconsin, i biglietti della Ryder sono andati esauriti in 50 minuti… 275mila biglietti", puntualizza il presidente della Federgolf. Il quale, essendo stato a capo anche di Coni Servizi, trasformata di recente in Sport e Salute, ha un'idea chiarissima su cosa sta accadendo: "Ci sono segnali importantissimi di pace tra Coni e Sport e Salute. Io non dico che sia tutto sbagliato. Devono essere preservati alcuni principi, ovvio, ma che in generale si voglia riformare ci sta. Vediamo cosa e in cosa si sbaglia. In questo clima che avvolge il Paese, con tante cose che non funzionano, lo sport invece funziona".

Un esempio, per Chimenti, è l'avventura di Milano-Cortina: "La macchina olimpica è partita bene. C'è una grande adesione, soprattutto popolare. Sono stati fatti quasi dei censimenti e finalmente l'Italia si è convinta che è una scelta giusta ospitare i Giochi invernali". Un successo che ha rilanciato pure Giovanni Malagò: "Fino a qualche tempo fa era meno sereno. Poi l'Olimpiade e il successo insperato dovuto a lui e alle sue relazioni internazionali gli ha spianato una strada. Poi, è chiaro, è intervenuto il ridimensionamento del Coni da parte della politica e lui ne ha sofferto. Ora vede tutto con molta più tranquillità".

Tranquillità che non appartiene al mondo del pallone. Da ex presidente della Lazio, il professor Chimenti continua ad avere un occhio particolarmente sensibile e una visuale critica prioritaria: "Perché non c'è pace nel mondo del calcio? Io capisco che la posta in palio sia enorme ma ci si potrebbe arrivare in pace e non in guerra. E' questo che non riesco a capire. Non si raggiungono maggioranze, non si riesce a fare un presidente della Lega… Una volta che è stato nominato ed è una persona illustre, Gaetano Micciché, poi finisce tutto. Perché noi eravamo riusciti a coinvolgere un personaggio di grande livello… E allora facciamolo operare, diamogli la possibilità di andare avanti, invece sempre eccezioni. Dobbiamo soffrire quando poi il calcio coinvolge il Paese in tutte le dimensione e potrebbe essere portatore di tranquillità".

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