Il Tribunale arbitrale per lo sport (Tas) ha ricevuto 22 ricorsi da parte di atleti russi contro la squalifica inflitta per reati di doping commessi nel corso delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014. Il Cio proprio ieri ha deciso l'esclusione alla Russia dai Giochi invernali del prossimo anno a Peyongchang, in Corea del Sud. La Commissione disciplinare del Comitato olimpico internazionale aveva portato alla ribalta la violazione da parte degli sportivi delle regole anti-doping, squalificandoli e privandoli delle medaglie vinte a Sochi. Il Tas di Losanna ha dichiarato che gli atleti hanno richiesto una decisione definitiva prima dell'inizio dei Giochi invernali del prossimo febbraio 2018.
IL CREMLINO E LE CONTROMISURE. "La Russia dovrà analizzare attentamente la decisione del Comitato olimpico internazionale di escludere il paese dai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018 prima di attuare qualsiasi contromisura", ha commentato il Cremlino, tramite il portavoce Dmitrij Peskov, che ha ribadito la priorità della Russia: proteggere gli interessi degli atleti e mantenere i legami con il Cio. La porta per i russi è stata lasciata aperta. Gli atleti potranno tornare a competere sotto l'acronimo di 'Olympic Athlete of Russia' ('Atleti olimpici russi'), purché dimostrino, soddisfando condizioni rigorose, di avere un passato privo di contatti con il doping.
WADA: DECISIONE CONSAPEVOLE DEL CIO. L'agenzia mondiale antidoping Wada parla di "decisione consapevole" da parte del Cio "nel sanzionare la Russia per il suo coinvolgimento nella manipolazione istituzionalizzata dell'attività di controllo del doping prima, durante e dopo i Giochi Olimpici di Sochi 2014". La Wada "accoglie inoltre con favore la decisione di istituire un comitato che stabilisca i criteri per l'inclusione degli atleti russi sotto bandiera neutrale. Deve essere provato che questi atleti non sono stati implicati nello schema".