Inter, Curva Nord chiude a Icardi: Non è più il nostro capitano

Ultras furiosi dopo la pubblicazione della biografia del bomber: "Non ne vogliamo più parlare"

Non accenna a placarsi lo scontro tra la Curva Nord e Mauro Icardi. Non sono bastate le scuse dell'argentino e l'annuncio della modifica alle pagine della biografia che hanno scatenato la furia del tifo organizzato nerazzurro. La Curva ha pubblicato un comunicato dal titolo eloquente, 'Icardi è un capitolo chiuso. Non ne vogliamo più parlare ne sapere nulla. Non è il nostro capitano. Né ora, né mai'.

"Partiamo con una puntualizzazione necessaria: in molti non hanno voluto capire il motivo della nostra presa di posizione", si legge. "L'episodio della maglia regalata e da noi strappata ad un bambino – raccontato nel libro di Icardi – è frutto di fantasia. È un falso. È un'invenzione. Recepire questo concetto, nemmeno troppo difficile da verificare, avrebbe aiutato tutti. Prima ancora delle minacce di morte scritte (che, fossimo stati noi a farle, per la buona regola del '2 pesi 2 misure', avrebbero significato diffide e, probabilmente, una cella). Ed invece no. Ci si è incastrati in un 'testa a testa' Curva contro Icardi basato su altro. Per finire poi con un classico e sempreverde 'gli ultras sono il male del calcio'. Icardi ha chiesto scusa per aver esagerato nei toni, non per i contenuti. Icardi continua a sostenere quindi, in maniera vigliacca, la tesi di un capo Ultras che si getta su un bambino".

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"Non ritorneremo più su questo punto", annuncia la Curva. "Chi vorrà quindi continuare ad utilizzare prospettive distorte e fittizie è per noi libero di farlo, consapevole però di crogiolarsi in una dimensione non appartenente alla realtà". "Fascia da capitano. Per noi, come per chiunque altro (speriamo), il capitano dell'Internazionale dovrebbe essere un Simbolo. Esperienza, Carisma, Umiltà, Serietà ed Intelligenza… Picchi Facchetti Mazzola Bergomi Zanetti… Praticamente l'antitesi di Icardi. Il comunicato della società Inter non può quindi trovare il nostro accordo. Lo capiamo. Nelle logiche, nelle motivazioni. Ma non possiamo accettarlo". "Non siamo però noi a dover decidere", sottolinea il tifo organizzato nerazzurro.