Roma, 3 dic. (LaPresse) – “E’ un momento molto particolare per l’atletica italiana che scopro essere travolta dal doping. Nessun atleta italiano è stato trovato positivo al doping. Ma di cosa parliamo? Quello che sta succedendo è inaccettabile. La giustizia sportiva farà il suo corso ma non si può confondere un problema di natura burocratica dicendo che l’atletica italiana è travolta dal doping”. E’ lo sfogo del presidente della Fidal, Alfio Giomi, in una conferenza stampa convocata a Roma il giorno dopo il deferimento di 26 atleti della nazionale italiana di atletica leggera da parte della procura antidoping Nado Italia.

IN PRIMA LINEA CONTRO DOPING. “La federazione atletica è in prima linea nella lotta al doping e lo è con i fatti – aggiunge – io ai tempi non c’ero, ma ho sempre denunciato più volte un sistema che riguardava atleti che sono stati negligenti e che non se lo potevano permettere ma anche federazioni, società, Coni. Quando si dice, ad esempio, che un atleta come Fabrizio Donato ha eluso i controlli mi sento offeso per lui. In 15 anni di carriera ma quando mai”, dichiara alzando il tono della voce. “Quello che ho letto è devastante – spiega ancora Giomi – il nostro movimento è sano, non ha problemi di doping anzi ha un’etica dalla quale molti dovrebbero imparare. Su tutti questi atleti io ci metto la faccia”.

IL PROCESSO A GENNAIO. “A gennaio, credo, ci sarà il processo. Non ci sfiora nemmeno l’idea che gli atleti siano condannati. Oggi pomeriggio facciamo una riunione tecnica verso i Giochi di Rio e la facciamo con questi ragazzi dentro al progetto, perché l’atletica italiana è viva ed onesta”, sottolinea Giomi. Il numero uno della Fidal spiega che, se lo vorranno, la federazione metterà a loro disposizione per consulenze l’avvocato Guido Valori. “Ho passato la notte a leggere le carte e più leggevo più non capivo”, spiega ancora. Secondo Giomi, comunque: “A questi ragazzi non verrà mai resa giustizia perché fra due mesi quando verranno assolti ci sarà sui media un decimo dello spazio di oggi”.

IL DRAMMA DEGLI SPORTIVI. “Ho parlato con alcuni dei ragazzi coinvolti e mi dicono ‘noi smettiamo e chiudiamo qui’. Mi porto dietro il dramma di molti atleti, la rabbia di ognuno di loro. L’atletica italiana è insieme ai suoi atleti”, spiega il presidente della Fidal durante la conferenza stampa convocata a Roma il giorno dopo il deferimento di 26 atleti. Il presidente della Fidal comunque si proietta verso il futuro: “Trasformeremo quello che è successo in un’opportunità. I ragazzi dimostreranno che si può fare bene senza doping”.

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