Londra (Regno Unito), 7 ott. (LaPresse/PA) – Michel Platini non sente il bisogno di giustificare pubblicamente il suo compenso di quasi due milioni di franchi ricevuti dalla Fifa, nonostante i dubbi che si sono sollevati per il ritardo di nove anni nel pagamento. Lo chiarisce Pedro Pinto, responsabile della comunicazione Uefa. Il presidente della Uefa è indagato dalla procura svizzera e dal comitato etico della Fifa per un versamento effettuato sul suo conto corrente nel febbraio 2011, autorizzato da Sepp Blatter. Apparentemente, un compenso per un incarico di consulente tecnico svolto tra il 1999 e il 2002. Platini ha spiegato che nel 1999 gli dissero “dell’impossibilità che mi pagassero la totalità del mio compenso, a causa della situazione finanziaria della Fifa in quel momento”.
Il francese ha chiarito di essere ancora intenzionato a correre per le elezioni presidenziali della Fifa e di aver fornito tutte le informazioni necessarie agli inquirenti. “Il presidente attualmente sente di aver dato spiegazioni soddisfacenti alle autorità che si occupano di questo caso”, ha spiegato Pedro Pinto al Leaders Sport Business Summit a Londra. “Sente che non c’è altro da aggiungere pubblicamente – ha aggiunto – perché sa di non aver fatto nulla di male e quindi non ha bisogno di giustificarsi in questo momento”.
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