Di Alessandro Banfo
Torino, 13 set. (LaPresse) – Da campioni d’Italia e vicecampioni d’Europa a squadra senza gioco e in cerca di un vero leader dopo le partenze eccellenti di Pirlo, Vidal e Tevez. La situazione della Juventus, dopo solo tre giornate di campionato, è sicuramente più nera che bianca e dopo il pareggio di ieri contro il Chievo allo Juventus Stadium sono arrivati anche i primi fischi ad una squadra che solo ad agosto aveva conquistato l’ennesimo trofeo (la Supercoppa italiana).
I numeri parlano chiaro: dopo 270 minuti c’è solo un punto in classifica con appena due gol segnati (entrambi siglati da Dybala, ancora non entrato nei meccanismi di Allegri). Non accadeva dal 1962 e la Roma è già in minifuga a +6. A finire sotto esame è il tecnico Massimiliano Allegri, che ieri ha provato a smorzare le critiche: “Capisco che la Juventus non può avere un punto in tre partite, ma la realtà è questa. Non manca il carattere, mancano solo un po’ di gol: non siamo diventati dei brocchi, dobbiamo solo passare attraverso questo momento. Ora abbiamo il City, è una squadra forte ma non esistono squadre invincibili”. Il calendario però non lascia tregua ai bianconeri: tra due giorni la Vecchia Signora è attesa dalla durissima trasferta di Manchester con il City; gli inglesi guidano al Premier a a punteggio pieno e senza aver subito gol. Il nodo della crisi è da ricondurre al buio del centrocampo: con l’addio di Pirlo e Tevez la Juve ha perso il suo punto forte e Pogba senza i suoi ex compagni al fianco sembra spaesato e caricato di troppe responsabilità. Manca un play e la sfortuna vuole che Marchisio, erede designato del regista bresciano, abbia accusato ieri un accusato un problema muscolare all’adduttore della coscia destra: rischia un mese di stop.
In avanti la squadra fatica a segnare: Morata è, per adesso, solo la pallida controfigura dell’attaccante completo che l’anno scorso aveva fatto innamorare i bianconeri, mentre Mandzukic senza i palloni giusti fatica sottoporta. Dybala è molto volenteroso ma non riesce ad essere incisivo come vorrebbero i quasi 40 milioni spesi per lui. A questi si aggiunge il mistero Zaza: nonostante i 15 milioni spesi per lui l’ex Sassuolo non ha ancora visto il campo e per lui si parla già di un ritorno in Emilia a gennaio.
Manca un leader che guidi una squadra apparsa confusa e senza la tranquillità delle passate stagioni: a prendere le redini del gioco potrebbe essere il neoarrivato Hernanes, ieri protagonista di una prova positiva. Le uniche note positive di questo inizio stagione? Le parate di Buffon, la grinta di Bonucci e la spinta di Alex Sandro, che potrebbe trasformarsi in un ottimo trampolino di lancio per rifornire le punte. Allegri chiede pazienza ma come ha ricordato anche l’ad dei bianconeri Beppe Marotta per la Juve non esistono stagioni di transizioni. Non è escluso che il mister possa virare su un 4-3-2-1, con Dybala e il guizzante Cuadrado alle spalle di un’unica punta. La speranza è che l’aria europea possa risvegliare i campioni d’Italia e scacciare l’incubo di una stagione senza titoli dopo un quadriennio magico. Trovando magari il leader in un ex trequartista livornese seduto da poco più di 12 mesi sulla panchina più ambita d’Italia.
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