Buenos Aires (Argentina), 17 giu. (LaPresse) – Ormai è quasi ufficiale: la finale di Champions League del 6 giugno contro il Barcellona sarà ricordata come l’ultima gara di Carlitos Tevez con la Juventus. L’attaccante argentino, come già percepito da tempo dalla dirigenza bianconera, ha deciso di tornare al Boca Juniors. Manca l’accordo tra i club (L’Apache ha un contratto fino al 2016) ma al 99% l’anno prossimo Tevez tornerà ad esultare a La Bombonera di Buenos Aires. La punta classe 84′ lascia un segno indelebile nella tifoseria juventina, grazie ai suoi gol e alla sua grinta capace di trascinare i compagni. L’argentino passa ufficialmente alla Juve il 26 giugno 2013 che acquista il suo cartellino dal Manchester City 9 milioni di euro più sei di bonus legati ai risultati. La scelta della maglia è indicativa della sua personalità: l’Apache prende il ’10’ rimasta vacante per un anno dopo l’addio di Alessandro Del Piero.
Nell’esordio, il 18 agosto, Tevez fa subito capire il suo obiettivo: fare gol e vincere. In quell’occasione segna e alza la Supercoppa Italiana. Nella prima stagione italiana, con Conte in panchina, l’argentino sigla ben 19 gol in campionato formando una coppia ben assortita con Llorente. In Europa però latita: solo un gol, per di più in Europa League. Già nella prima stagione emerge il suo forte legame con il Boca Juniors: in occasione di diverse reti sfoggia magliette con scritte come ‘Fuerte Apache’ o ‘Ciudad Oculta’, dedicate a quartieri di Beunos Aires. Al termine del primo anno mette le cose in chiaro: “Nel 2016 voglio tornare al Boca”, forse sapendo già che la strada verso casa sarebbe stata più breve. La sua seconda stagione a Torino è straordinaria: segna 29 gol in 48 partite, trascinando la squadra fino alla finale di Berlino. Con Allegri si trasforma da seconda punta a uomo a tuttocampo: imposta, lotta, serve assist e conclude. Tevez nei due anni di Juve colleziona due scudetti, una Supercoppa e una Coppa Italia, impossibile chiedergli di più. L’unica pecca? La finale contro il Barça, dove l’argentino non entra mai in partita e fallisce almeno due occasioni importanti. Ma per l’Apache la parentesi Juve è ormai alle spalle: il suo pensiero ora è solo per il ritorno in Argentina, dove per tutti è semplicemente il ‘jugador del pueblo’, l’uomo del popolo. Non più bianconero ma ‘xeneize’.
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