Giro d’Italia: Colombia al potere, tappa ad Arredondo e Quintana resta rosa

Giro d’Italia: Colombia al potere, tappa ad Arredondo e Quintana resta rosa

Dal nostro inviato Attilio Celeghini. Rifugio Panarotta, 29 mag. (LaPresse) – La Colombia al potere. Alla conferma della maglia rosa di Nairo Quintana, costantemente tallonato da Rigoberto Uran, si aggiunge la vittoria, sudatissima, di Julian Arredondo nella 18/a tappa del Giro d’Italia. E’ il corridore della Trek Factory Racing a tagliare per primo il traguardo in salita sul Rifugio Panarotta, dopo i 171 km scattati da Belluno. E, tanto, per ribadire in questa fase il dominio della nazionale sudamericana, alle sue spalle arriva a 20″ il connazionale Fabio Arevalo Duarte. Se l’impresa di Arredondo coincide con la riscossa di un corridore generoso ma mai capace, fino ad ora, di cogliere il trionfo, il primo atto del temibile trittico decisivo della corsa rosa 2014 – domani la cronoscalata da Bassano a Cima Grappa, sabato l’ora della verità sul monte Zoncolan – conferma il dominio di Quintana. Infastidito ma indifferente alle polemiche post-Stelvio, lucido e freddo quel tanto che basta per controllare l’ultima, faticosissima salita verso il Panarotta, blindando una maglia rosa che adesso sarà davvero difficile togliergli di dosso. In classifica generale, il colombiano della Movistar conserva un vantaggio di 1’41” su Uran. La novità è invece il crollo di Evans, ora nono a 4’59”. Salgono invece il francese Pierre Rolland (Europcar), terzo a 3’29” e per la gioia dei colori azzurri Fabio Aru, quarto a 3’31” a braccetto con il polacco Majka. Per l’italiano della Astana il podio non è utopia. A 3’52” regge Pozzovivo, seguito dal canadese Hesjedal e l’olandese Kelderman.

La gara. Alzano bandiera bianca e non scattano al via con il resto della carovana Diego Ulissi e Ivan Santaromita. L’azzurro della Lampre è messo ko dai postumi della febbre. Out per problemi fisici pure il campione italiano, che lascia la sua squadra, la Orica GreenEdge protagonista nella prima parte del Giro, con appena due corridori. Nei primi 30 km, gruppo compatto. Undici nella prima fuga della giornata: in mezzo a loro ci sono Wellens, Cataldo, De Gendt e Pellizotti e quello che sarà il vincitore finale, Arredondo. A loro, lungo la salita dolomitica del Passo San Pellegrino (18,5 km con pendenza media del 6,2% e Gpm a 1918 metri), si aggiungono anche Ivan Basso, che conosce la location come le sue tasche visto che spesso la usa per i suoi allenamenti, e Matteo Rabottini. Il ritardo del gruppo maglia rosa, trainato dagli uomini della Movistar, è di 5′ abbondanti. A 70 km dalla fine, il gap oscilla tra i 7′ e gli 8′. Sulla discesa verso Moena, in Val di Fassa, il gruppo dei battistrada è formato da 14 corridori. Sulla strada del Passo del Redebus (4,6 km, 1457 metri), prova l’allungo Arredondo: puntuale arriva la risposta di Cataldo. Ma è il colombiano della Trek a battere in volata l’azzurro della Sky al secondo Gpm della giornata, prima che il gruppo di testa si ricompatti.

La discesa vede in evidenza un Basso in gran spolvero, ma l’asfalto bagnato non permette ai fuggitivi troppi rischi. Nelle retrovie, si registra intorno a 6′ il distacco del gruppo maglia rosa. Ai -30 km, casomai non si fosse capito, i giochi sono fatti: la vittoria finale sarà firmata da uno dei magnifici quattordici al comando. Si arriva a Levico, nell’ultima, difficilissima salita (pendenza al 7,9 % con punte del 14%) che porta verso il Rifugio Panarotta, ed il primo attacco è portato da De Gendt. Al suo inseguimento si lancia Basso, lo imitano Arredondo, Duarte, Deignan e Cataldo. Dalle parti di Quintana, tutto tace. Dal gruppo degli inseguitori si stacca Basso, in compenso si riporta sotto Pelizzotti, che si porta in testa: la sua azione però si esaurisce presto e ai -3,5 si alza sui pedali Arredondo: sulle sue tracce si fionda Duarte, in un duello tutto colombiano. Se l’esito finale sembra ormai chiaro, è importante soffermarsi su quanto accade nelle retrovie: il crollo di Evans, gli scatti di Rolland e, a 1200 metri dalla fine, di Aru, con Uran e gli altri big a ruota. Praticamente, tutti giocano a favore di Quintana che si tiene ben stretta la maglia rosa. Al traguardo, uno stanchissimo Arredondo coglie la vittoria staccando di 20″ l’avversario della Colombia.

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