Roma, 7 mag. (LaPresse) – Il ritorno allo stemma tricolore, con bordo dorato, la scritta Italia e sopra i cinque cerchi olimpici. A fianco, in blu, la scritta Coni. E’ il nuovo logo del Comitato Olimpico Italiano presentato oggi al Foro Italico di Roma presso la Sala delle Armi e fortemente voluto dal capo dello sport italiano, Giovanni Malagò. ‘In quello che abbiamo vissuto c’è l’energia per inventare un nuovo domani’ lo slogan scelto per la presentazione. “In questo logo – dice il presidente Malagò – c’è il rispetto della storia e della tradizione. Lo trovo bellissimo e sono convinto che con questo marchio ci toglieremo grandi soddisfazioni e ci consentirà di trovare risorse aggiuntive. Sono convinto che possa essere vincente anche per farci vendere i nostri prodotti”. L’idea del presidente del Comitato Olimpico è infatti quella di creare in futuro un vero e proprio merchandise. Il logo sostituisce quello del 2003 istituito dall’ex presidente Gianni Petrucci. “Noi – dice ancora Malagò – dobbiamo dimostrare di dare valore al mondo dello sport ma dobbiamo anche andare oltre ed attraverso lo Sport dare valore anche al nostro Paese. Il Coni è la casa di tutti, dobbiamo trasmettere positività”. Il lavoro sul logo svolto da Inarea Strategic Design ha voluto riportare al centro il valore della cultura italiana dello sport, l’orgoglio nazionale ed i suoi tratti segnici distintivi.

A prendere le parole nel corso dell’evento tutti e quattro i presidenti del Comitato Olimpico ancora in vita a partire da Franco Carraro. “Presi la presidenza perché me la lasciò Giulio Onesti dopo una sentenza del consiglio di Stato che lo dichiarò ineleggibile che giudico non molto corretta – ricorda – la verità è che la politica si era stufata di lui, non certo il mondo dello sport”. Carraro ha anche ricordato come chi ha coperto la carica di presidente del Coni non sia mai stato colpito da scandali “ci sono state delle indagini ma siamo sempre usciti trasparenti e ricordare che si è stati onesti non fa male”. Successivamente è toccato a Mario Pescante che ha ricordato “le vittorie sportive di Lillehammer, in particolare quella della staffetta di fondo sui padroni di casa norvegesi, ed il privilegio che ho avuto a Sochi di premiare Armin Zoeggeler”. Il ‘Cannibale’ dello slittino era fra i pochi atleti selezionati presenti alla kermesse ed è salito sul palco con i quattro presidenti: “Il logo è molto bello – le sue parole – i colori sono più forti e c’è la scritta Italia”.

Per Gianni Petrucci, il presidente più longevo dopo Giulio Onesti, il ricordo più bello invece è rappresentato dal “Giubileo degli sportivi allo Stadio Olimpico con Papa Giovanni Paolo II, le 4 ore trascorse vicino a lui non le dimenticherò mai”. Petrucci ha identificato in Giulio Andreotti e Gianni Letta “le due persone che hanno conservato l’autonomia dello sport”. Petrucci ha parlato anche del suo logo che “forse poteva non piacere ma ci fu corretto dal Cio perché riportava dei cerchi olimpici sopra lo stemma ed il Cio lo considerava un abuso. Non è stato un vezzo del Coni”. “Caro Gianni – gli ha risposto sorridendo Malagò – anche noi per ottenere il permesso abbiamo dovuto forzare un po’ la mano con il Cio”.

Nel corso della kermesse è stato anche presentato il programma per la festa dei 100 anni del Coni. Si comincia l’8 giugno con il ‘Game Open 100 anni di storia – 1 giorno di sport’ game open. Il clou sarà il 9 giugno quando alle 17.30 nello spazio antistante la Casa delle Armi ci sarà la cerimonia ufficiale di apertura del Centenario con la Banda dell’Aeronautica e le Frecce Tricolori alla presenza delle istituzioni. In serata, a partire dalle 21.15, serata evento in diretta su Rai 1 dallo stadio ‘Pietrangeli’ del Foro Italico. Conclusione il 10 giugno alle ore 18.30 all’Auditorium Parco della Musica con il concerto del Premio Oscar, Ennio Morricone. Con l’occasione, è stata presentata anche la moneta celebrativa del Centenario (valore nominale 10 euro), che vede sul dritto la Vittoria Olimpica, scultura di Emilio Greco esposta al Palazzo H, sul rovescio il Discobolo di Mirone.

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