Milano, 21 feb. (LaPresse) – “Quella dei lacci è stata un’intuizione. Non volevamo fare una compagna sociale fine a se stessa, con un’affissione o su una pagina di giornale. Volevamo portare qualcosa di fisico, in mezzo alla gente”. Alessandro Allara, direttore della comunicazione di Paddy Power, ha presentato così la campagna ‘Diamo un calcio all’omofobia – Chi allaccia ci mette la faccia’, realizzata dall’agenzia di scommesse sportive, insieme alle Associazioni Nazionali Arcigay e ArciLesbica e con la collaborazione della Fondazione Candido Cannavò per lo Sport. La nuova campagna di sensibilizzazione si rivolge a tutto il mondo dello sport con lo scopo di chiamarlo a raccolta nella lotta contro l’omofobia attraverso un semplice gesto, indossare un paio di lacci color arcobaleno: numerosi sportivi e sportive dei campionati di calcio, basket e pallavolo, hanno ricevuto il ‘kit’ contenente i lacci, il manifesto della campagna e l’invito formale ad allacciarli per dimostrare il proprio sostegno nella lotta contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
“Ci aspettiamo di vedere molte squadre con questi lacci, la stime in questo momento non posso farle, ma posso dire che si vedrà questo colore arcobaleno in più di una partita di Serie A, di Serie B e negli altri sport – ha assicurato Allara – Il credito e l’apprezzamento di cui ha goduto questa campagna è stato tale che il messaggio è diventato un po’ virale. L’iniziativa è in crescita su Twitter, sappiamo che molti sportivi e molte squadre aderiranno”. Un esempio? La Dinamo Sassari, fresca vincitrice della Finale Eight di Coppa Italia di pallacanestro, ha utilizzato i lacci arcobaleno nella gara di Eurocup di mercoledì, vinta 102-84 con il Brose Baskets. Sempre per quanto riguarda la palla a spicchi, tra i primi ad appoggiare la campagna è stato Gianmarco Pozzecco e l’Orlandina Basket, squadra della Lega A Gold da lui allenata. “Giammarco insieme a Davide Moscardelli è stato uno degli ambassador fin dall’inizio – ha rivelato il direttore della comunicazione di Paddy Power – Poi l’iniziativa è piaciuta anche alla squadra di Capo d’Orlando, che ha deciso di mettere la propria faccia”.
L’idea non è del tutto inedita, dato che è già stata testata nel settembre scorso in Inghilterra. “Ci eravamo già impegnati lì per proporre questo messaggio, questa volta abbiamo avuto l’appoggio di soggetti importanti – ha proseguito Allara – Ma un riscontro così ampio ci stupisce, è estremamente positivo, i critici si contano sulla punta delle dita. Parlando con gli atleti poi, emerge come sia naturale per un atleta oggi accettare e stimolare il coming out di un proprio compagno di squadra, nel momento in cui libera un sentimento precedentemente represso. Questo messaggio è talmente universale che i giocatori in maniera semplice e spontanea potranno dimostrare il loro appoggio”. Anche il mondo dello sport quindi sembra pronto ad allargare le ‘proprie vedute’. “Le dichiarazioni di Cesare Prandelli nel 2012 hanno spianato la strada ad una modernizzazione culturale dello sport in Italia – ha proseguito il direttore della comunicazione di Paddy Power – Noi pensiamo di poter agevolare questo dibattito, ci stiamo battendo perché questo messaggio passi forte e amplificato”. In tal senso lo sport, e in particolare il calcio, può fornire grande visibilità. “Lo sport rappresenta un modello per i giovani ma è anche una grande platea per il pubblico – ha concluso Allara – In generale può essere una cassa di risonanza per trasmettere un messaggio positivo. Noi accogliamo di buon grado la possibilità che questa campagna faccia da traino per altre iniziative ad esempio sul tema del razzismo o della discriminazione territoriale”.

