Torino, 14 feb. (LaPresse) – In occasione delle Olimpiadi Invernali di Sochi, l’ex fondista Stefania Belmondo, capace di vincere ben 10 medaglie ai Giochi Olimpici, commenterà quotidianamente in esclusiva per LaPresse l’andamento delle gare di sci nordico maschile e femminile. Oggi si è disputata la 15 km a tecnica classica maschile, vinta dallo svizzero Dario Cologna. “Ieri avevo puntato su di lui e ci ho azzeccato”, spiega Belmondo. “Ha dimostrato di essere in grande forma e in un ottimo momento. Avrei scommesso per il podio anche sui russi. Ma ha pesato probabilmente la mancanza di Legkov, che probabilmente è stato risparmiato per la staffetta. Ovviamente la Russia ha bisogno di vincere una medaglia, sono i Giochi di casa. Però un podio individuale è pur sempre un punto individuale”.
Alle spalle di Cologna, ha brillato la Svezia di Olsson e Richardsson. “Sono stati bravissimi. Pensavo che Hellner (decimo al traguardo, ndr) facesse meglio, lo vedevo tra i favoriti”. Qualcosa di più ci si aspettava dalla Norvegia, il cui miglior piazzamento è stato il sesto posto di Jespersen. “Ho sentito delle lamentele riguardanti gli sci, il caldo. Ma non mi sembra che oggi gli uomini siano andati così male”. Lontani invece gli azzurri, il migliore è stato De Fabiani, 30°: “Ma la neve era particolare, le condizioni quelle che erano. Questi ragazzi devono crescere, fare ancora esperienza”, commenta Belmondo. Domani è in programma la staffetta 4x5km femminile. “Credo che le nostre ragazze possano fare bene, speriamo in un buon risultato. Sarebbe una buona spinta anche per le gare successive”. “Previsioni di podio? Dico la Norvegia e non sottovaluto la Finlandia della Saarinen. Può dire la sua anche la Russia. E poi c’è la Svezia. L’Italia ha le sue carte da giocare, ma non mi sbilancio per scaramanzia”. Inevitabile un commento finale sullo strepitoso bronzo di Innerhofer nella supercombinata maschile. “E’ stato fantastico, è riuscito a farmi emozionare. E ora, chissà che non riesca a ripetere la tripletta che riuscì alla sottoscritta ad Albertville…”.
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