Salerno, 9 gen. (LaPresse) – La Guardia di Finanza di Salerno ha arrestato il presidente della Nocerina calcio Giovanni Citarella con l’accusa di “associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false ed alla fittizia intestazione di beni”. In manette anche il fratello Christian ed il cognato di quest’ultimo. Sequestrato un patrimonio per centinaia di milioni di euro.
Secondo quanto riferiscono le Fiamme Gialle, nel corso dell’indaginr sarebbero stati “accertati pagamenti in nero di ingenti somme a calciatori professionisti” militanti nella Nocerina nonché ad altri tesserati e dipendenti tra cui allenatori e magazzinieri. Sono attualmente in corso perquisizioni domiciliari e sequestri di società, beni mobili ed immobili, disponibilità finanziarie per centinaia di milioni di euro. Sequestrate anche quote pari al 42% del capitale sociale della Nocerina Calcio. I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno alle ore 10.30, alla presenza del Procuratore Capo Gianfranco Izzo.
La Nocerina era già balzata agli onori della cronaca in questa stagione per il clamoroso epilogo del derby contro la Salernitana dello scorso 10 novembre. In quella occasione la squadra rossonera, dopo aver ricevuto pesanti minacce dai propri tifosi, costrinse l’arbitro a sospendere la gara dopo appena 20′ per essere rimasta senza il numero minimo di giocatori in campo. Per quell’episodio alla Nocerina è stata inflitta la sconfitta per 3-0 a tavolino, mentre la Procura di Salerno ha emesso una serie di Daspo e di denunce nei confronti di presunti ultras per violenza privata aggravata.
In totale sono 136 i soggetti indagati a seguito dell’ indagine che ha portato all’arresto questa mattina del presidente della Nocerina Giovanni Citarelli. Vengono contestati reati tributari: dall’infedele dichiarazione, omessa presentazione della dichiarazione, emissione ed utilizzo di fatture false, fio alla fittizia intestazione di beni e riciclaggio. Le complesse ed articolate indagini, protrattesi per oltre due anni, sono state avviate sulla base di una semplice denuncia di smarrimento di cinque assegni bancari, per un totale di 55.000,00, di euro emessi dalla Nocerina, presentata da un giocatore, all’epoca tesserato con il club molosso. Dopo una serie di accertamenti bancari, particolarmente estesi ed articolati, nonché i relativi riscontri, che hanno riguardato anche l’operato di funzionari di banca, perquisizioni ed acquisizioni documentali, è venuto alla luce un “universo societario” in cui Citarella e gli altri arrestati, con la collaborazione attiva di molti altri personaggi, tutti indagati a vario titolo, si sono fatti promotori di una associazione finalizzata alla realizzazione di un complesso meccanismo di “architettura societaria” basato in estrema sintesi su società cartiere intestate a soggetti prestanome nullatenenti, alcuni dei quali reclutati addirittura tra clochard senza fissa dimora, spesso irreperibili, nonché su società, anch’esse intestate a prestanome, ciò per non apparire “in prima persona”, nell’esecuzione di appalti pubblici dell’Ente Provincia di Salerno formalmente aggiudicati da altri soggetti economici.
Queste società fittizie hanno proceduto a sovrafatturazioni di prestazioni a favore di terze società, realmente operanti ed in affari con la famiglia Citarella, mediante le quali si sono creati veri e propri fondi occulti in contanti per procedere al pagamento di tangenti per l’aggiudicazione irregolare degli appalti pubblici. Tutto ciò è stato possibile con il coinvolgimento attivo di funzionari e/o operatori di banca che hanno consentito l’effettuazione di operazioni di sportello a soggetti privi di qualsiasi autorizzazione rispetto al rapporto movimentato, nonché con grave danno per l’Erario atteso che le cartiere non hanno mai dichiarato alcun reddito e hanno evaso imposte dirette ed indirette per svariati milioni di euro. Infatti, le indagini hanno dimostrato come il presidente Citarella – già destinatario in passato di una misura di prevenzione definitiva – per evitare future possibili aggressioni patrimoniali, ha posto in essere plurime condotte di intestazione fittizia di beni e quote societarie avvalendosi oltre di soggetti nullatenenti anche di familiari. L’autorità giudiziara ha disposto il sequestro preventivo, tra l’altro, del 42% delle quote sociali della Nocerina, di società intestatarie, di un notevole patrimonio immobiliari tra case e terreni, auto, moto e anche una imbarcazione. Infine sequestrate somme finanziarie per equivalente ai fini tributari, corrispondente all’imposta evasa, pari a circa 34 milioni di euro.
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