Roma, 6 nov. (LaPresse) – Stadi nuovi o riqualificati, attraverso una maggiore privatizzazione, riduzione del tetto ingaggi, contingentamento delle rose, riforma dei campionati, ammodernamento della giustizia sportiva. Questi i punti della road map tracciata oggi dalla Lega di Serie B che si è riunita oggi a Roma nella sede di Confindustria alla presenza dei rappresentanti dei 22 club e del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete nell’ambito dell’incontro ‘B forum 2012: ascoltare – confrontare – progettare’.
“Abbiamo voluto disegnare il piano strategico dei prossimi 4 anni e dare una risposta alla crisi – spiega il presidente della Lega Andrea Abodi – Ci siamo dati appuntamento qui in Confindustria per dare un riconoscimento al profilo imprenditoriale delle nostre società. Sono gli imprenditori che a fine stagione devono far quadrare i conti”. E’ per dare risposta alla crisi, questo il ragionamento del presidente, che è nata B Futura, la piattaforma di supporto che aiuterà i 22 club della serie cadetta a trovare nuove soluzioni al problema degli impianti: “Già quattro società e le loro relative amministrazioni comunali hanno aderito al progetto. Li incontrerò nei prossimi 15 giorni. Direi che sono anche di più, ma voglio mantenere cauto il mio ottimismo”.
“Comunque – aggiunge Abodi – in un Paese in cui si è costruito uno stadio in 20 anni e in condizioni straordinarie, questo mi sembra un buon segnale”. Durante la lunga assemblea di oggi si è poi discusso di ‘Salary cap’, cioè di riduzione del tetto ingaggi e di come rendere più contenuto il numero di calciatori all’interno delle rose. Questi temi, assicura Abodi, saranno approvati nella prossima assemblea che si terrà il 29 novembre a Milano dopo essere stati discussi con l’Associazione italiana calciatori.
Servirà più tempo, invece, per la riforma dei campionati: “Il nostro obiettivo è arrivare ad una competizione a 20 squadre nel giro di due stagioni”, spiega Abodi. Quanto ad un ammodernamento della giustizia sportiva, il presidente della Lega di serie B non ha dubbi: “Al primo posto restano sempre reputazione e credibilità, anche la dimensione economica è legata alla credibilità del contesto, per fare maggiori ricavi dobbiamo essere credibili”. Ecco perché, al di là dell’adrenalina della gara e delle decisioni degli arbitri “il rispetto resta fondamentale. A processi chiusi – aggiunge, però, Abodi – si dovrà arrivare a una diversa valutazione della responsabilità oggettiva delle società, che consenta loro di minimizzare il rischio” attraverso una serie di contromisure e “di rendere la responsabilità più individuabile possibile”.
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