Dal nostro inviato a Londra Andrea Capello

Londra (Regno Unito), 9 ago. (LaPresse) – Un fulmine nel cielo di Londra. Usain Bolt è il primo atleta nella storia a piazzare la doppietta 100-200 metri. Uno show nello show, quello del giamaicano in uno stadio che, giustamente, gli ha tributato una standing ovation degna degli immortali dello sport. Da Pechino a Londra cambiano le distanze e gli avversari ma per il giamaicano è sempre festa. Con lui salta di gioia tutta un popolo perché la piccola nazione caraibica ha monopolizzato tutto il podio piazzando la tripletta Bolt-Blake-Weir. Gli americani restano a guardare, con il quarto posto di Wallace Spearmon. Ancora più indietro il francese Lemaitre, unico bianco che corre al livello dei marziani, o almeno ci prova.

L’uomo più veloce del mondo, esattamente come nei 100, non è riuscito a migliorare il suo primato del mondo di 19″19 ma ha fatto segnare un tempo ricco di significato: 19″32, lo stesso con cui il suo idolo di bambino, Michael Johnson, trionfò ai Giochi di Atlanta 1996. “Ho fatto quello per cui ero venuto qui. Ora sono una leggenda. Non ho niente da dimostrare a nessuno”, ha detto Bolt a fine gara. “Il mio allenatore – ha proseguito – sarà pazzo di gioia”. Ed ebbro di felicità è stato anche lui nella festa post gara partita iniziata con una serie di flessioni appena dopo aver tagliato il traguardo e proseguita con il suo ormai celeberrimo gesto del fulmine ripetuto all’infinito. Da dominatore anche il balzo a piedi pari con il quale è salito sul podio per ricevere la medaglia da Frank Fredericks, un’altra leggenda dello velocità in pista.

Purtroppo per gli avversari, come se non bastasse, la Giamaica non è solo Usain. Alle sue spalle si è piazzato infatti il ‘delfino’ Yohan Blake (19″44). Il futuro, una volta che Bolt deciderà di appendere le scarpette al chiodo probabilmente dopo Rio 2016, è senza dubbio suo. “E’ la mia prima olimpiade e non posso lamentarmi – ha spiegato – è un momento speciale per la Giamaica”. A completare il ‘triplete’ ci ha pensato poi la sorpresa Warren Weir (19″84): “E’ una sensazione incredibile ed un grande onore – ha spiegato, felicissimo – l’ho fatto per mia mamma, la mia fidanzata ed il mio Paese”. Una festa infinita quella della Giamaica che proseguirà ancora per molto, almeno fino alla prossima Olimpiade. Per ora la corona resta ben salda sulla testa di Re Usain ed il libro della sua incredibile storia di atleta più veloce di sempre ha ancora diverse pagine che devono essere scritte.

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