Roma, 24 ago. (LaPresse) – Si corre a grandi passi verso lo sciopero dei calciatori. E’ altamente probabile quindi che la prima giornata di campionato venga rinviata a data da destinarsi. L’ottimismo con cui le parti si sono presentate stamattina al consiglio federale è infatti scemato nel corso della giornata fino al momento in cui l’assemblea di lega ha votato a larghissima maggioranza, 18 a 2, la bocciatura al testo di accordo collettivo presentato dall’assocalciatori.
Le uniche due società a dare risposta positiva sono state Cagliari e Siena.
Sul tavolo infatti rimangono aperti due nodi cruciali: Quello relativo all’articolo 7, ovvero la gestione dei cosiddetti ‘fuori rosa’ e quella relativa al contributo di solidarietà, che per le società deve essere totalmente a carico dei calciatori.
Il presidente federale Giancarlo Abete sembra intenzionato a tentare una mediazione ad oltranza lasciando aperto il consiglio federale anche per la giornata di domani con inizio alle ore 11 ma le possibilità che sabato inizi la nuova stagione agonistica sono ridotte al lumicino.
“Ci stanno prendendo in giro: invece di comprarsi la barca da due milioni di euro, ne prendano una da un milione e novecentocinquantamila, o fanno come me che ho il gommone”. Usa toni pesanti, Pietro Lombardi, direttore generale del Parma dopo l’assemblea della Lega Calcio all’Hotel Parco dei Principi a Roma. “Erano due punti stupidi e li hanno rifiutati – ha continuato Lombardi- Per noi si gioca sono loro che devono dire che vogliono fare. Non giocano? Chi se ne importa. Si sono messi la Figc dietro, ma non devono prenderci in giro. Per noi non se ne fa niente”.
“Noi non chiediamo di fare la guerra a nessuno. Questo è solo un problema culturale che deve essere superato per il bene del calcio. Il contratto attuale è vecchio, inesistente, di trent’anni fa. E’ inutile rinnovarlo, bisogna ammodernarlo”. Queste le parole del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, al termine dell’assemblea di Lega che ha rigettato la bozza di accordo collettivo firmata già dall’Assocalciatori a causa dei nodi legati al contributo di solidarietà e agli allenamenti dei ‘fuori rosa’. “Si rischia lo sciopero? E allora non iniziasse il campionato, non possiamo stare sempre con la pistola puntata alla tempia”, ha detto il patron del Napoli uscendo dall’hotel Parco dei Principi a Roma.
Diverso il parere dell’Aic: “Per noi calciatori lo sciopero non è una questione economica, ma per dignità personale”, ha detto ai microfoni di Sky il calciatore della Lazio Guglielmo Stendardo, in rappresentanza dell’Associazione italiana calciatori. “Per quanto riguarda il contributo di solidarietà, il provvedimento è ancora in discussione al Senato ed è prematuro parlarne. Nessuno di noi non vuole pagare e l’argomento potrà essere affrontato in futuro”. Poi Stendardo aggiunge: “Sull’art. 7, noi volevamo firmare ma è mancato l’accordo proprio sul diritto di allenarsi di tutti i giocatori con il gruppo”.
Nel gruppo dei presidenti una delle poche voci fuori dal coro è stata quella di Cellino. Il patron del Cagliari ha detto che “l’Aic si è dimostrata più resonsabile della Lega”.
“Sono allibito che ci sia il forte rischio che non si giochi domenica. I motivi sono pretestuosi. Non so cosa possa accedere nelle prossime ore, quello che è certo è che qualcuno ha interesse che questo contratto non venga firmato e che quindi non inizi il campionato”. Così Damiano Tommasi che guida l’Associazione calciatori ha commentato la chiusura della Lega calcio davanti alla proposta dell’Aic.
Alla sede della Figc si assiste anche alla clamorosa proposta di Renzo Ulivieri. Il presidente dell’associazione allenatori infatti si è incatenato al cancello. La motivazione è data dal fatto che è stata tolta l’obbligatorietà da parte della Lega Dilettanti del patentino anche per gli allenatori di base. “Starò qui per giorni, la mia protesta è a oltranza”, dice placido seduto per terra e circondato da telecamere.
“Sono proprio dei testoni i calciatori di serie A, che non vogliono capire che, con il loro atteggiamento, si rendono odiosi di fronte ai tifosi e di fronte al Paese, senza comprendere che tanto, alla fine, pagheranno le tasse come tutti gli altri, perché in un momento di crisi come questo l’albero della cuccagna non può esistere per nessuno”, parole del Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, sen. Roberto Calderoli, sullo sciopero che rischia di far saltare la prima giornata di campionato.
“Ho predisposto due emendamenti che farò presentare come Lega Nord – ha aggiunto – il primo che chiarisce a tutti gli effetti che anche i calciatori pagheranno il contributo di solidarietà su tutte le entrate che hanno, ivi compresi le misure premiali, e che per legge lo stesso contributo non possa essere messo a carico delle società calcistiche; il secondo emendamento, la cui presentazione dipenderà dal loro buon senso e quindi dal fatto che continuino o meno a fare capricci, prevede invece che il loro contributo di solidarietà possa essere raddoppiato, così come già previsto per i politici”.
“Ora la scelta spetta a loro – conclude Calderoli – il primo di emendamento è certo e risolverà anche il problema dell’art.4, il secondo sono anche disponibile a non farlo presentare, ma soltanto se vedrò da parte dei calciatori un segnale di equilibrio e di saggezza”.
“C’e’ una forte volontà di scontro. Essere ottimisti con questi chiari di luna è difficile. Si è passati dall’ottimismo alla rottura”. Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, durante la conferenza stampa in Figc interrogato sulle speranze di una ipotetica riconciliazione tra l’associazione calciatori e la Lega.
In ogni caso il presidente federale ha aggiunto che farà “fino all’ultimo un tentativo per ricucire la situazione, è un mio dovere e non mi risparmierò”. Abete ha speigato che: ” Se non ci sono le condizioni da stasera a domani alle 11, lascerò agli atti la posizione ufficiale della federazione. Essere ottimisti con questi chiari di luna diventa difficile, bisogna essere realisti”.

