Il film racconta l'ascesa di Gaio Augusto
L’ascesa di Gaio Augusto, pronipote di Giulio Cesare e primo imperatore romano, raccontata attraverso la poco conosciuta e incredibile storia vera della moglie Livia Drusilla. Il 14 maggio debutta su Sky e Now con tutti e 8 gli episodi subito disponibili, e ogni venerdì su Sky Atlantic, ‘Domina’, grande coproduzione internazionale girata negli Studios di Cinecittà. Il dramma epico segue Livia, interpretata da Kasia Smutniak, dal suo esilio fino al ritorno a Roma, dove sposa proprio l’uomo che le aveva tolto tutto, che ha il volto di Matthew McNulty. Livia arriva al potere, ma il suo amato padre intanto è morto combattendo per la Repubblica, contro lo stesso Augusto che ora è suo marito. Nel cast internazionale anche Claire Forlani, Christine Bottomley, Colette Dalal Tchantcho, Ben Batt, Liam Cunningham e Isabella Rossellini.
L’opera, alla ricerca di un “bilanciamento tra storia e dramma”, come spiega la regista Claire McCarthy, ricostruisce gli eventi sulla base di due teorie del complotto, che rimettono in discussione le convenzioni storiografiche su quel periodo. E cioè che “Livia era il genio politico alle spalle di Augusto, e non abbia fatto ciò che ha fatto per il potere, ma per ripristinare la Repubblica”, sottolinea il creatore e sceneggiatore Simon Burke, grande appassionato di Italia, dove ha vissuto per 15 anni. Ci sono grandi eccellenze nostrane di rilievo internazionale anche nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi, e Luca Tranchino alla scenografia.
“Livia forse è stata la prima vera femminista, ha creato leggi apposta per le donne”, rimarca Smutniak, “abbiamo bisogno di storie dove si raccontano donne forti ma anche fragili, che hanno lasciato un forte impatto. Questa non è la storia di Livia, ma delle donne dell’epoca. È importante perchè in tante parti del mondo le donne ancora non hanno diritti, ancora vengono date in sposa. Sapere che 2mila anni fa sono stati fatti passi avanti che poi sono stati cancellati è un campanello d’allarme che ci dice che anche oggi da certe conquiste si può tornare indietro”.
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