Il cantautore ospite del forum MusicaPresse
Reduce dal Festival di Sanremo, che ha segnato il suo ritorno alla musica 'pura' dopo sei anni, Simone Cristicchi arriva nella redazione milanese di LaPresse per partecipare al forum MusicaPresse. Lo fa fra un impegno e l'altro, perché dopo l'appuntamento nella città dei fiori c'è stato un "effetto valanga". Il suo spettacolo teatrale, 'Manuale di volo per uomo', sta infatti raccogliendo praticamente tutti sold out. Intanto, l'incontro è l'occasione per fare il punto, a freddo, sull'esperienza alla kermesse canora. "E' andata benissimo – racconta -. Negli ultimi sei anni avevo un po' tralasciato la musica ed è stato un modo di ripresentarmi al pubblico nazionalpopolare con qualcosa che mi rappresentasse al 100% per quello che sono oggi". Sul brano in gara, 'Abbi cura di me', è stato detto tanto: preghiera laica, Cantico delle Creature 2.0. Anche su questo, il cantautore vuole dare la sua versione dei fatti: "Così passo per un esaltato, è pericolosissimo. La giornalista mi disse che quando aveva ascoltato la mia canzone aveva pensato a qualcosa di sacro, profondo, universale, un Cantico delle Creature 2.0, appunto. Io ho solo ringraziato, non mi sono mai attribuito l'onere di essere una sorta San Francesco. Anzi, vivo appartato e con grande umiltà. Ma è un bellissimo complimento".
Intanto, però, Cristicchi continua nella sua ricerca della felicità anche al di là della musica. Lo fa con il documentario 'Happy next', a cui sta lavorando in questo periodo. "Ho voluto prendere la parola felicità, di cui molti si riempiono la bocca, e andare a fondo. Costruire un manuale di istruzioni per essere felici. Ho intervistato cento persone e ognuno di loro ha dato una risposta completamente diversa, spiazzante, a volte geniale". E per Simone, cosa è la felicità? "Essere riuscito a trasformare la mia passione in lavoro, riuscire a condividere le mie creazioni e lasciare semi alle mie spalle. Il senso della vita è questo". Fra i futuri papabili intervistati c'è anche Papa Francesco: "L'ho incontrato in una udienza generale e gli ho strappato la promessa. Bisogna vedere i suoi tempi, ma aspetto con pazienza. Mi piacerebbe anche intervistare il Dalai Lama".
Fra una canzone, un album, un'intervista e uno spettacolo teatrale, Cristicchi si dedica anche al Teatro Stabile d'Abruzzo di cui è direttore e dove scopre nuovi talenti in un territorio complicato: "L'Aquila è un fiore fra l'asfalto, è ancora una città molto ferita con un tessuto sociale che fatica a ricomporsi dopo il terremoto. Si vedono palazzi distrutti, lavori, ponteggi, gru. Ma sono commoventi i giovani che non hanno lasciato la città: studenti, musicisti del conservatorio che hanno deciso di stare lì e di portare avanti la vita". Studenti, appunto. E' a loro che dedica un pensiero Cristicchi, soprattutto a quelli che vogliono entrare nel mondo della musica: "Io ho iniziato a scrivere per urgenza, è stata una terapia. La musica mi ha salvato la vita. Consiglio a tutti i ragazzi di imparare a suonare uno strumento. Trovo vergognoso che la scuola, che dovrebbe aiutare ad esprimere il proprio mondo interiore, non investa sulla musica nelle scuole. La trovo una cosa primitiva".
Un altro modo per spingere gli artisti italiani potrebbe essere anche la proposta della 'quota radio', appoggiata anche dalla Siae e da Mogol: "Da addetto ai lavori non posso che essere patriottico. La musica è in crisi, i cd sono oggetti per feticisti e questo ha messo in crisi una filiera enorme. Promuovere la musica italiana è giustissimo. Anzi, io trasmetterei l'80% di canzoni italiane e il 20% di questa roba che arriva dall'estero".