Dopo un passaggio nelle sale, 600 in tutto il mondo, il capolavoro di Alfonso Cuaron 'Roma' arriva da venerdì 14 su Netflix. E di nuovo si accendono le polemiche. Quelle mai sopite col Festival di Cannes, dove il gigante del web è escluso perché si rifiuta di conformarsi alle norme francesi che prevedono un lungo ritardo tra la distribuzione dei film nei cinema e su una piattaforma di streaming, che sono divampate anche alla Mostra di Venezia. Sul Lido l'amarcord del regista e sceneggiatore messicano si è portato a casa il premio più ambito, il Leone d'Oro, segnando una svolta storica per Netflix, che dalle apprezzate serie ha fatto il salto verso il cinema di qualità.
I gestori delle sale si sono divisi, tra chi boicotta la piattaforma e chi non rinuncia a proiettare i suoi film, pur nella consapevolezza che il mercato è distorto dal fatto che il pubblico è poco incentivato a pagare il biglietto potendosi godere lo spettacolo gratuitamente da casa. Vedi il clamore suscitato da 'Sulla mia pelle', film sul caso Cucchi di Cremonini, anch'esso presentato a Venezia e uscito in contemporanea nei cinema e su Netflix.
Per 'Roma', invece, la piattaforma ha deciso di 'concedere' prima la proiezione, dal 3 dicembre, poi dal 14 lo streaming. Va detto che senza l'uscita nei cinema l'opera non avrebbe potuto partecipare agli Oscar. Vero è che il ritratto di famiglia di Cuarón nella Città del Messico a cavallo tra 1970 e 1971 nel quartiere Colonia Roma, sullo sfondo di un momento politico di forti trasformazioni e proteste studentesche, sembra nato per andare sul grande schermo. Ma il regista stesso di 'Y Tu Mama También' e 'Gravity', rendendosi conto della particolarità del suo gioiello, al Lido, per smorzare le polemiche, aveva ammesso che "un film come questo, in bianco e nero, in spagnolo e mixteco, non ha una grande possibilità di arrivare al grande pubblico, con Netflix sì". E per un artista "l'importante è che il film viva col tempo".

