E' una lunga storia d'amore quella tra i Simple Minds e l'Italia, cominciata negli anni '80, il decennio di massimo splendore della band di Glasgow, e proseguita senza sosta fino ad oggi. Un rapporto speciale che è stato confermato – se mai ce ne fosse stato bisogno – nel corso delle sei date del 'Simple Minds Acoustic Live '17', il tour unplugged intrapreso da Jim Kerr e Charlie Burchill, che ieri sera ha visto il gruppo scozzese entusiasmare il pubblico del Teatro degli Arcimboldi a Milano nell'ultimo show nel nostro Paese dopo quelli di Torino, Ancona, Roma, Bologna e Firenze, quasi tutti sold-out. "Stasera siamo tristi perché è l'ultimo concerto in Italia", dice nella nostra lingua Kerr – il cantante dei Simple Minds che divide la sua vita tra Glasgow e Taormina dove possiede un albergo – durante i bis, con il pubblico che ormai ha abbandonato le poltrone tutto in piedi. A quel punto l'audience, composta in prevalenza da 45-50enni che negli anni '80 hanno vissuto l'epoca dorata di 'New Gold Dream' e il successo planetario di 'Don't You (Forget About Me)', è già stata conquistata da un'esibizione che però non è meramente nostalgica.