Pupi Avati ricorda Lucio Dalla: Errore non aprire sua casa-museo

Il regista critica l'assenza di celebrazioni della città di Bologna per commemorare i quattro anni dalla morte del cantautore

"E' un errore enorme non aprire al pubblico la casa di Lucio Dalla. Quel luogo è Lucio Dalla". Così il regista Pupi Avati commenta l'assenza di celebrazioni e iniziative da parte della città di Bologna per commemorare i quattro anni dalla morte del cantautore. "Non è né apprezzabile nè giustificabile che ci siano delle polemiche che impediscano l'apertura della sua casa-museo. Bologna dovrebbe esserne orgogliosa, non ha senso tenerla chiusa", aggiunge Avati, parlando di "una sorta di distrazione" della città nei confronti di un artista che non ha mai tradito le sue origini. Molti artisti originari del capoluogo emiliano "hanno abbandonato la loro terra natale per Roma o Milano, come me ad esempio – ammette il regista, oggi residente nella capitale -. Lucio no, Lucio è sempre rimasto legato alla sua città e non l'ha mai tradita e la sua città dovrebbe riconoscergli questa fedeltà".

L'anniversario della morte di Dalla è stato ricordato con una messa nella chiesa di San Domenico, dove c'era il suo padre spirituale. "C'è stata una grande affluenza con il coro e l'orchestra comunale – racconta Avati -, io non sono riuscito ad andare, ma mi hanno detto che c'è stata tantissima gente". Al di là della sacralità del ricordo, non ci sono state però celebrazioni e commemorazioni di tipo laico, musicali o culturali. L'anno scorso la fondazione intitolata a Dalla aveva aperto la sua casa al pubblico e i biglietti erano andati a ruba. Ma ieri non c'è stato nulla di tutto ciò. "Non permettere di visitare la casa di Lucio è uno sbaglio, perchè quel luogo è Lucio Dalla nella sua pienezza e nella pienezza dei suoi interessi artistici per l'elevatisssimo livello delle sue passioni culturali per le arti visive e figurative, per lo sfarzo e il 'viaggio siderale' di Lucio da ragazzino con il clarinetto fino gli ultimi anni", sottolinea Avati.

"Quella casa è la testimonianza della vita di Lucio e va al di là di ogni immaginazione. E' la casa più straordinaria, più bella che abbia visto nella mia vita. Per questo è un peccato che resti chiusa e che la gente non possa vederla", rimerca ancora il regista, ricordando come "Lucio quando la mostrava invitando le persone, gli brillavano gli occhi. Era una parte di sé, in cui aveva investito molto. Rappresenta tutti i suoi gusti e le sue contraddizioni. Ad esempio ci sono degli insiemi particolari: forme d'arte estremamente moderne con capolavori classici del Cinquecento e Seicento. Simboleggia l'essere curioso dell'arte e del mondo di Lucio".

Diversamente da Bologna, la capitale celebrerà culturalmente il cantautore con un concerto-ricordo che si tiene il 4 marzo, giorno in cui Dalla avrebbe compiuto 73 anni. Un evento organizzato dalla storica corista del cantante, Iskra Menarini, a cui interverranno molti amici di Dalla. Anche Pupi Avati salirà sul palco dell'Auditorium per ricordare gli inizi musicali insieme a Lucio nella Doctor Dxie Jazz Band e il forte impatto che la conoscenza del cantante ha avuto nella vita del regista: "Ho scoperto attraverso Lucio di non avere un vero talento musicale. E' stato l'incontro più doloroso della mia giovinezza perché è stato un momento di verità cocente di invidia, ma molto formativo perché ho capito che non avrei dovuto insistere nella musica".