FOCUS Cinema, 35 anni dalla morte di Peter Sellers

Torino, 23 lug. (LaPresse) – Certi personaggi rimangono attaccati a certi attori come una seconda pelle. Non è il caso di Peter Sellers di cui oggi ricorrono i 35 anni dalla morte, avvenuta a causa di complicazioni cardiache il 24 luglio del 1980. Sebbene immediatamente identificato con l’ispettore Clouseau della serie de ‘La Pantera rosa’, Sellers è riuscito a districarsi in ruoli comici e drammatici grazie alla sua grande capacità istrionica.

Richard Henry Sellers nasce a Southsea, nell’Hampshire, in Gran Bretagna, l’8 settembre del 1925 da genitori esperti attori di varietà da cui impara le basi della mimesis; a 17 anni si arruola nella Raf, dove organizza spettacoli per i suoi commilitoni, attività che prosegue dopo il congedo in vari music-hall. Trova un inizio di celebrità alla radio, grazie al programma della Bbc ‘The Goon Show’ insieme a Spike Milligan, Harry Secombe e Michael Bentine, che vede Sellers al microfono per 10 stagioni consecutive. Nel frattempo debutta nel cinema, dove non riesce a trovare immediato successo, almeno fino a ‘La Signora Omicidi’, in cui interpreta un malvivente maldestro (1955).

Sul set de ‘La miliardaria’ (1960) incontra e s’innamora perdutamente di Sophia Loren: “Stava lasciando sua moglie e aveva bisogno di conforto. Mi guardava con i suoi grandi occhi piangenti da cane bastonato e io rispondevo al suo sguardo con affetto. E questo bastava a confortarlo”, ricorda Sophia Loren nella sua biografia autorizzata ‘Sophia Loren, Una vita da romanzo’. Sellers scrisse che se Ponti fosse morto la Loren si sarebbe sposata con lui.

Nel 1962 incontra uno dei registi più importanti per la sua carriera: Stanley Kubrick, che gli offre dapprima una parte secondaria in ‘Lolita’ – dopo averlo visto recitare più ruoli in ‘Il ruggito del topo’ (1959) e poi ben tre ruoli in ‘Il dottor Stranamore – ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba’. Sellers è, difatti, sia il colonnelo Lionel Mandrake che il presidente Merkin Muffley che lo stesso Dottor Stranamore (1964). Kubrick, riconosciuto per essere un regista rigoroso, severo ed esigente, concede per la prima volta libertà creativa e di recitazione a un attore. L’unico altro attore che otterrà questa licenza sarà Jack Nicholson in Shining.

Le improvvisazioni di Sellers sul film sono diventate storia del cinema: la telefonata fra il presidente Muffley e il suo omologo sovietico: “Non dire che a te dispiace più che a me, perché ho il diritto di essere dispiaciuto quanto lo sei tu, né più, né meno. Ci dispiace ugualmente, va bene? D’accordo”. Oppure il braccio che scatta per aria, in un saluto nazista, dopo un climax apocalittico da parte del paraplegico Dr. Stranamore (con tanto di Heil Hitler), oppure la mano ribelle che cerca di strangolare il suo proprietario. Il 1964 è anche l’anno del matrimonio con Britt Ekland, sua seconda moglie dopo Anne Howe, sposata nel 1951 e da cui ha due figli, Michael e Sarah. Il 1964 è anche l’anno del suo primo attacco di cuore, in cui viene dichiarato ‘clinicamente morto’ per due minuti e mezzo prima di essere rianimato. L’incidente segna l’inizio dei suoi problemi di cuore, costringendolo anche un intervento di impianto di pacemaker.

Nel 1963 indossa per la prima volta il trench dell’ispettore Clouseau, grazie al rifiuto della ‘prima scelta’ Peter Ustinov, che decide di dedicarsi alla figura di un altro ispettore francese, quell’Hercule Poirot dei romanzi di Agatha Christie. Inoltre la figura principale della serie avrebbe dovuto essere Sir Charles Lytton, interpretato da David Niven, ma è il talento comico di Peter Sellers a far diventare grande il personaggio di Clouseau e a dare il via a una serie di successivi sequel, il primo dei quali è ‘Uno sparo nel buio’ (1964). Sellers inizia a dubitare della bontà del progetto della Pantera Rosa e, soprattutto, della sua interpretazione di Clouseau, arrivando a chiedere al regista Blake Edwards di non far uscire ‘Uno sparo nel buio’. ‘L’infallibile ispettore Clouseau’ (1968) avrebbe dovuto essere il terzo episodio della serie, ma Sellers si ritira dal progetto per dissidi con il regista Edwards, il quale decide di ritirarsi anche lui e di dedicarsi a dirigere e montare gli episodi del cartone animato della Pantera Rosa, iniziati nel 1964.

Nel 1968 Sellers recita in un altro dei capisaldi della comicità mondiale, ‘Hollywood Party’, in cui interpreta Hrundi V. Bakshi, un goffo e giovane attore indiano che fa la comparsa a Hollywood in un film rovinando tutte le riprese ma, per errore viene invitato a un party nella villa del regista del film dando l’inizio a una serie di gag.

Nel 1970 sposa la modella australiana Miranda Quarry, dal quale divorzia nel 1974 per risposarsi con Lynne Frederick nel 1977.

Edwards e Blake si ritrovano nel 1975, dopo un periodo avaro di successi cinematografici, con ‘La Pantera Rosa colpisce ancora’, il cui stile diventa più fumettistico, l’accento francese di Clouseau più marcato, ritornano le improvvisazioni di Sellers e anche il successo nelle sale, tanto da portarli a realizzare anche ‘La Pantera Rosa sfida l’ispettore Clouseau’ e ‘La vendetta della Pantera Rosa’.

Sellers soffriva di depressione dovuta a una forte insicurezza sul suo talento e sulla sua capacità di far ridere. Inoltre credeva di non avere una propria personalità ma di assumere di volta in volta quella dei personaggi che interpretava, come ricorda anche il comico Michael Palin, dei Monthy Python: “Peter, partecipando a una puntata dei Muppets, era stato intervistato da Kermit La Rana che gli aveva chiesto: ‘Quand’è che sei te stesso?’ Lui aveva risposto ‘Non c’è nessun me, me lo sono fatto asportare chirurgicamente’”.

Deciso a dare una svolta alla propria carriera, nel 1979 interpreta un ruolo drammatico in ‘Oltre il giardino’: interpretazione che glki vale una nomination all’Oscar, l’ultima delle tre ricevute in carriera – la prima nel 1960 per il cortometraggio ‘The Running Jumping and Standing Still Film’, la seconda come miglior attore nel 1965 per Il dottor Stranamore’.

Sellers viene colpito da infarto il 22 luglio del 1980 poco dopo l’ora di pranzo. Per il suo funerale vuole far suonare ‘In the mood’ di Glenn Miller, canzone da lui detestata. Proprio il pomeriggio della sua morte avrebbe dovuto firmare i documenti che avrebbero dovuto escludere dal suo testamento la moglie Lynne Frederick, che invece eredita tutto il suo patrimonio di 4,5 milioni di sterline e fa causa, vincendola, a Blake Edwards e alla produzione di ‘Sulle orme della Pantera Rosa’ (1982), pellicola composta quasi esclusivamente da scene scartate dai precedenti capitoli della serie, e che per la Frederick è lesivo dell’immagine del defunto marito.

Sellers non è stato particolarmente fortunato per riconoscimenti ottenuti: oltre alle tre candidature agli Oscar senza mai vincerne uno, ha vinto però un Golden Globe come migliore attore per ‘Oltre il giardino’ e un Bafta nel 1959 per ‘Nudi alla meta’. La sua vita è stata raccontata nel film ‘Tu chiamami Peter’ (The Life and Death of Peter Sellers) (2004), nel quale Sellers è interpretato da Geoffrey Rush.