Polonia, Polanski in aula a Cracovia per suo processo di estradizione

Cracovia (Polonia), 25 feb. (LaPresse/Reuters) – Roman Polanski ha testimoniato oggi nel corso di un’audizione in Polonia, in merito alla richiesta degli Stati Uniti per la sua estradizione, per l’accusa di violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti ai danni di una ragazzina di 13 anni; il giudice ha detto di aver bisogno di più tempo per prendere una decisione. Dariusz Mazur, il giudice che presiede il caso nella città polacca di Cracovia, ha riferito che il tribunale non poteva ancora pronunciarsi oggi, in quanto deve ancora esaminare ulteriori documenti presentati dagli avvocati di Polanski. “Il procedimento non verrà chiuso oggi”, ha dichiarato Mazur, a cui avvocati del regista hanno consegnato la documentazione preliminare in inglese e in tedesco dalla sua procedura estradizione negata in Svizzera nel 2010.

L’audizione di Polanski è iniziata alle 9 del mattino, ed era chiusa ai media. Secondo la legge polacca, se la corte si pronuncerà a favore della richiesta di estradizione, questa sarà poi trasmessa al ministro della giustizia che prenderà la decisione definitiva in merito alla consegna di Polanski alle autorità statunitensi.

Il regista premio Oscar è stato dichiarato colpevole nel 1977 per aver compiuto un atto sessuale non lecito con la modella Samantha Geimer, allora 13enne, durante un servizio fotografico nella villa a Los Angeles di Jack Nicholson. Dopo essersi dichiarato colpevole, Polanski venne rinchiuso nel reparto psichiatrico del carcere di massima sicurezza di Chino per 42 giorni su 90 per “valutazione psichiatrica”; venne rilasciato con una proposta di pena in libertà condizionata, ma fuggì dagli Stati Uniti, ritenendo che il giudice il suo caso potesse annullare la proposta e incarcerarlo. Da allora il regista evita i paesi da cui possa temere l’estradizione. Nel 2009, Polanski è stato arrestato a Zurigo sulla base di un mandato di cattura internazionale emesso nel 2005 su richiesta delle autorità giudiziarie statunitensi, ed è stato liberato nel 2010 dopo che le autorità elvetiche hanno deciso di non estradarlo.