Ronconi, attori salutano il maestro dal palco del Piccolo

Milano, 22 feb. (LaPresse) – “Forse qualcuno ancora non lo sa, e quindi lo diciamo, ieri sera Luca Ronconi ci ha lasciato. Siamo tutti qui, attori e tecnici, e devo dire che per noi non sarà una recita facile, come non lo saranno quelle successive da qui al 15 marzo”. E’ con queste parole, la voce rotta dalla commozione, che Massimo Popolizio, protagonista dell’ultimo spettacolo del maestro, ‘Lehman Trilogy’, nel ruolo del banchiere Mayer Lehman, ha salutato dal palco del Piccolo Teatro Strehler il grande regista mancato ieri sera al Policlinico di Milano.

Gli attori, i tecnici e lo staff del teatro sono salititi sul palco prima dello spettacolo che Popolizio e i colleghi si sono impegnati a portare in scena anche oggi “con il massimo impegno, la massima lucidità e con il massimo divertimento, perché – ha spiegato -, questo è anche uno spettacolo divertente, perché è il solo modo che abbiamo, l’unico, per ringraziare Luca Ronconi di tutto quello che ci ha dato qui negli anni” e che lascerà “nei decenni successivi”. “Dobbiamo sentirci un po’ orgogliosi di essere nostro malgrado testimoni attivi dell’ultima bellissima fatica di Luca Ronconi”, ha concluso Popolizio. Il pubblico in sala ha tributato al maestro un lunghissimo applauso. Tra i presenti anche il direttore del Piccolo Teatro, Sergio Escobar.

Molti milanesi hanno lasciato un ricordo e un saluto per Luca Ronconi, firme sui libri, che rimarranno a disposizione del pubblico fino al 9 marzo nelle tre sedi del Piccolo Teatro di Milano. Tra il pubblico c’era anche Livia Pomodoro, presidente uscente del Tribunale di Milano, che dirige dal 2008 il teatro della sorella Teresa Mo’hma. “Ho avuto l’onore di conoscere Ronconi – ha detto -, lo incontravo spesso perchè abitavamo vicini”.

“Quello che è stato detto su di lui – ha raccontato – è ancora poco rispetto alla grandezza dell’uomo. Ha insegnato a tutti davvero cosa significhi fare teatro”. Antonio Calbi, direttore del Teatro di Roma, ha voluto essere presente anche se ieri sera era allo spettacolo. “Mi sono accorto di cosa era successo – ha detto Calbi – quando dopo lo spettacolo non ho potuto salutare gli attori e sono scoppiato a piangere. Circa tre settimane fa avevamo pranzato insieme parlando di iniziative per gemellare Roma e Milano”.

“Senza di lui – ha osservato Calbi – il teatro non sarà lo stesso. E’ stato il più grande e rimarrà il più grande per chissà quanto tempo”. A dirgli addio sono venuti anche molti allievi della scuola di teatro del Piccolo, che a settembre hanno iniziato il triennio di corso. “Era un grande maestro – hanno concluso -, sempre disponibile, venova a fare lezione anche dopo essere andato in ospedale per la fare la dilaisi. Per ognuno di noi aveva un suggerimento personalizzato e un’occhio speciale”.