San Rafael (California, Usa), 12 ago. (LaPresse/AP) – L’attore Robin Williams è morto suicida all’età di 63 anni. Si è impiccato con una cintura in camera da letto: a trovare il corpo – nella casa di San Francisco – è stata la sua assistente, che dopo aver bussato a lungo si è insospettita. La chiamata di emergenza – come riferisce la polizia in conferenza stampa – è partita alle 11.55. Quando gli agenti sono arrivati sul posto Williams era già morto per asfissia.
La moglie dell’attore, Susan Schneider, era l’unica persona presente nella casa oltre a Williams. La donna era andata a dormire in un’altra stanza intorno alle 22.30 di domenica. Il giorno dopo si è svegliata ed è uscita di casa, credendo che il marito stesse ancora dormendo. Solo dopo è venuta a conoscenza della sua morte.
Nella stanza da letto in cui l’attore si è ucciso è stato trovato, oltre ad “altri materiali” anche un coltellino, sul quale c’erano piccole tracce di sangue. Lo hanno spiegato gli inquirenti di Marin County, che indagano sul suicidio dell’attore. Sui polsi di Williams c’erano ferite superficiali. Gli inquirenti non hanno riscontrato segni di lotta.
Nelle prossime settimane verranno effettuati esami tossicologici per capire se al momento della morte Robin Williams avesse nel corpo alcol o droga. Per i risultati definitivi, hanno spiegato gli inquirenti, ci vorranno almeno sei settimane.
Robin Williams stava lottando contro una grave depressione, come hanno confermato sia gli inquirenti sia la sua portavoce, Mara Buxbaum. Solo il mese scorso l’attore aveva annunciato la ripresa di un programma di cura per disintossicarsi dall’alcol in 12 step, di cui diceva di avere bisogno dopo 18 mesi di lavoro ininterrotto. Aveva provato il trattamento già nel 2006.
“Stamattina – è stato il primo ocmmento pubblico della moglie di Williams – ho perso mio marito e il mio migliore amico, mentre il mondo ha perso uno degli artisti più amati e degli esseri umani più belli. Sono totalmente affranta”. Poi una richiesta: “Per conto della famiglia di Robin vi chiediamo privacy nel nostro periodo di profondo dolore. Come lui ricordava, è nostra speranza che l’attenzione sarà dedicata non alla morte di Robin, ma agli innumerevoli momenti di gioia e risate che ha regalato a milioni di persone”.