Salone del Libro, Gino Paoli: Per fortuna non ho preso casa con Grillo, visti i giornalisti

Torino, 11 mag. (LaPresse) – Nel corso della presentazione al Salone del libro del volume-intervista di Lucio Palazzo ‘I semafori rossi non sono Dio’ con protagonista e voce narrante Gino Paoli molto spazio è stato dedicato anche ai ricordi personali e agli aneddoti, tra la giovinezza genovese, il sogno di diventare pittore, la frequentazione con Tenco e Lauzi, l’amicizia con personaggi come Renzo Piano, Antonio Ricci, Beppe Grillo. A proposito di quest’ultimo, Paoli ha raccontato: “Volevamo prendere una casa insieme. E meno male che non l’ho fatto, visto quello che adesso devono passare lui e la sua famiglia con i giornalisti”. Il racconto della propria vita è arrivato fino alla decisione di ritirarsi dalla musica nel 1968 (“Non mi sentivo di scrivere ‘viva’ o ‘abbasso’, non mi riconoscevo nella canzone politica. E allora ho smesso per tre anni”).

L’amarcord di Paoli è proseguito a mezzo fra toni nostalgici e poesia. “Quando sono andato via di casa – ha raccontato – a diciotto anni, ho portato via con me tre libri, Cyrano, Martin Eden e un libro di Remarque, e non lo spazzolino, perché uno spazzolino lo trovi ovunque, mentre i libri hanno un pezzo della tua anima e i miei libri sono parte di me”.

“Il libro – ha aggiunto – è una fatica: è faticoso cominciare a leggere, e un ragazzo che comincia a leggere deve fare fatica, ma poi diventa come un volano”. “Un libro – ha concluso – è ‘spesso’, ha un peso. E già nell’aspetto è diverso dalla comunicazione di oggi”.