Seattle (Washington, Usa), 5 apr. (LaPresse) – A vent’anni dalla sua morte, Kurt Cobain non può ancora riposare in pace. Nonostante la polizia di Seattle abbia chiuso da tempo il caso ricostruendo come il frontman dei Nirvana si fosse suicidato il 5 aprile 1994 con una fucilata in pieno volto, i teorizzatori di un complotto secondo cui Cobain sarebbe stato ucciso non hanno mai smesso di contestare la versione ufficiale dei fatti. Uno di questi, il 50enne Richard Lee, che in passato ha anche condotto uno show sulla televisione ad accesso pubblico dal titolo esplicativo ‘Kurt Cobain Was Murdered’, pochi giorni fa ha avviato una causa contro il dipartimento della polizia di Seattle, reo di aver pubblicato solo di recente alcune fotografie scattate sulla scena della morte del cantante.
A marzo gli inquirenti, in vista del ventennale, hanno riesaminato il caso trovando tra le prove alcuni rullini non sviluppati, rendendo pubbliche a fine mese alcune delle immagini prese nella casa di Seattle dove il cantante è morto. In sé gli scatti non mostrano nulla di eclatante: oggetti sul pavimento tra cui una scatola contenente siringhe e un cucchiaino, una manciata di banconote, occhiali da sole, un portafoglio con dentro un documento identificativo di Cobain. Tuttavia hanno colpito l’attenzione pubblica proprio per la vicinanza all’anniversario della morte di Cobain. “Non c’è niente di trascendentale in queste immagini, l’investigatore è tornato sui fascicoli del caso solo per rinfrescarsi la memoria. L’esito del caso non è cambiato”, ha dichiarato nell’occasione il portavoce della polizia.
Tuttavia, per Lee gli inquirenti avrebbero dovuto divulgare le foto insieme al resto della documentazione correlata al caso, e li accusa di non avergli fornito il materiale su sua richiesta anche dopo che sono state diramate ai media. “Lee ha avuto a che fare molte volte in passato con la polizia di Seattle – dichiara l’uomo nella sua querela – e afferma che siano tipicamente poco collaborative, dilatorie e non compiacenti con le sue richieste di documentazione e informazione”. Se Lee nella causa non ha chiesto al giudice di imporre una specifica sanzione civile, in base ad una legge dello Stato di Washington la mancata divulgazione di prove può portare a una multa tra i 5 e i 100 dollari al giorno per ogni documento. E negli ultimi anni è già accaduto che gli enti pubblici siano stati multati duramente per non aver evaso richieste come quella di Lee.