Roma, 12 mar. (LaPresse) – Il cinema sbarca a teatro. Ha debuttato ieri sera al Brancaccio di Roma Christian De Sica con il suo musical, ‘Cinecittà’. Un omaggio ai miti del cinema italiano e internazionale, a un secolo di storia di immagini attraverso le scene e le musiche che sono entrate in tutte le case degli italiani. Un one man show tutto di De Sica.
Lui ha attraversato in maniera trasversale la Città del Cinema: da bambino ha visto girare per casa mostri sacri del cinema all’epoca dei kolossal americani di Hollywood sul Tevere. E’ cresciuto con Rossellini e i suoi figli e ha sposato la sorella di Carlo Verdone.
Nella sua vita professionale ha partecipato a decine di film, prima come comparsa e poi come protagonista fino ad arrivare al ruolo di regista. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la storia di Cinecittà, in uno spettacolo che va da Mussolini al neorealismo, dal cinepanettone a Santoro e alla De Filippi?
Irresistibili racconti di vita vissuta, monologhi poetici sulle figure nascoste che rimangono sempre dietro le quinte, divertenti gag su provini, sugli attori smemorati, sul doppiaggio improvvisato.
Con Christian sul palco una compagnia completa, un corpo di ballo e un’orchestra di molti elementi. “Sono un saltimbanco, mi sento un attore, uno showman, un commediante – ha spiegato lui stesso presentando lo spettacolo -. Uno che canta, recita, balla. Quando si fa questo mestiere, si dovrebbe saper fare tutto”.
C’erano davvero tutti alla prima. Da Lino Banfi a Serena Autieri, da Barbara De Rossi a Massimo Lopez, da Bruno Vespa a Giorgio Panariello. Tutti per celebrare il cinema italiano. Si replica fino al 13 aprile.