Londra (Regno Unito), 30 lug. (LaPresse) – “A Roma abbiamo dovuto corrompere persone con migliaia di euro solo per avere il permesso a sparare i nostri fuochi d’artificio”. Questa la dichiarazione shock che Matthew Bellamy frotman dei Muse ha rilasciato in un’intervista al quotidiano britannico The Sun. “Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata britannica a Roma e discutere con qualche funzionario” ha aggiunto Matt “ovunque tu vada ci sono problemi. Abbiamo commercialisti e avvocati che discutono con tutti i tipi di amministrazioni e promotori locali”. E ancora: “Se vuoi fare cose come queste quando sei in giro è una cosa grossa, spaventosamente costosa, è incredibile quanto lo sia”.
Lo show presentato ai concerti dei Muse, che hanno fatto tappa in Italia per tre date, due a Torino e una a Roma, era caratterizzo da uno spettacolare gioco pirotecnico che faceva da scenario alla musica. Ed è proprio per i fuochi d’artificio impiegati nello show che l’Emirates Stadium di Londra ha rischiato di essere fatto evacuare per paura di incendio.
Le dichiarazioni sono rimbalzate sui media italiani a qualche giorno di distanza dalla pubblicazione dell’intervista sul quotidiano britannico, ma al clamore è seguita subito la smentita dell’agenzia Vivo Concerti che rappresenta la band, che rettifica le parole di Matthew. “Al contrario di quanto riportato, i Muse confermano che non c’è stato alcun tentativo di corruzione relativo allo svolgimento dei loro concerti in Italia” si legge nella nota diffusa da Vivo Concerti in cui si precisa che non ci sono state tangenti bensì è sono stati pagati “i compensi previsti per il lavoro fatto da tecnici e ingegneri esterni all’organizzazione per ottenere i permessi necessari da parte delle autorità locali”.
Più nello specifico per quanto concerne i fuochi d’artificio e i certificati di sicurezza la procedura seguita era “in linea con gli standard adottati per tutti i gruppi che si esibiscono in Italia con show di queste dimensioni. Tutto ciò, in aggiunta ai certificati già approvati dalle autorità di tutti gli altri Paesi europei dove i Muse si sono esibiti quest’estate”.