Riccione (Rimini), 3 lug. (LaPresse) – “Proclamazione di uno stato di agitazione permanente, con un presidio delle sedi del ministero della Cultura”, “mobilitazione con iniziative di lotta il 6 luglio alla Consegna dei Nastri d’Argento a Taormina” e “forme di protesta che potranno arrivare anche al boicottaggio di ogni manifestazione pubblica del cinema italiano cominciando proprio dal prossimo festival di Venezia”. Sono le iniziative annunciate oggi dal mondo del cinema italiano a Riccone, in occasione di Ciné Giornate di Cinema, contro il dimezzamento delle risorse destinate al tax credit e i tagli al Fondo unico per lo spettacolo, per cui “2500 lavoratori da oggi sono a rischio licenziamento, le intelligenze, le alte qualifiche di chi fa cinema e televisione in Italia sono costrette al silenzio e all’inattività”.

Tutte le sigle che contribuiscono a fare cinema e audiovisivo e i sindacati (100Autori, Acec, Afic, Agis, Agpc, Aidac, Anac, Anec, Anem, Anica, Ape, Apt, Art, Artisti 7607, Asifa, Doc/It, Fice, Fidac, Fistel Cisl, Italian Film Commissions, Istituto Giuridico Dello Spettacolo, Nuovo Imaie, Sact, Slc Cgil, Sncci, Sngci, Uilcom Uil) hanno firmato il documento in cui chiedono un incontro immediato con il presidente del Consiglio Enrico Letta, al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, al ministro della Cultura Massimo Bray, per “ripristinare immediatamente il tax credit sulla cifra minima indispensabile di 90 milioni di euro, stabilizzarlo definitivamente e avviare un percorso immediato di rilancio del settore audiovisivo”.

“Il taglio del tax credit e la sua scadenza a fine 2014 – si elgge nel documento – rendono impossibile progettare nuove produzioni cinematografiche, condannando il settore alla chiusura; questa grave inadempienza vanifica l’effetto attrattivo nei confronti delle produzioni internazionali che stavano tornando a girare in Italia, ed invece preferiranno nuovamente altre location europee, con gravissimo danno per Cinecittà e i nostri Teatri di Posa. Così come, la mancata estensione del tax credit all’audiovisivo, continua a fare dell’Italia un paese ostile allo sviluppo della produzione indipendente. I fondi necessari al reintegro ci sono. Sono le accise sui carburanti stabilite da un decreto di tre anni fa. Quelle accise non sono state cancellate quindi le coperture permangono. Il tax credit ha riportato nelle casse dello stato risorse infinitamente maggiori di quelle investite con la defiscalizzazione. Il cinema e l’audiovisivo sono industrie che permettono, con investimenti ragionevoli, un enorme sviluppo. E’ il Governo che deve dire cosa vuole fare: rottamare un settore che ci fa grandi nel mondo o farlo diventare volano di sviluppo. Il mondo del cinema e dell’audiovisivo non possono sopportare l’ennesimo colpo mortale senza reagire”.

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