Los Angeles (California, Usa), 20 giu. (LaPresse/AP) – E’ morto a Roma a 51 anni per un infarto l’attore americano James Gandolfini, famoso per il suo ruolo nella serie tv ‘I Soprano’. Lo hanno fatto sapere l’emittente Hbo e i manager. Si trovava in vacanza in Italia e avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia di chiusura del Taormina film festival. Gandolfini è stato dichiarato morto alle 23 di ieri sera, dopo essere stato portato d’urgenza al Policlinico Umberto I. Il dottore Claudio Modini, direttore del pronto soccorso dell’ospedale, ha detto che l’attore è arrivato alle 22.40 e che è stato tentato di rianimarlo, invano, sia in ambulanza sia in ospedale. Sabato sarebbe dovuto andare a Taormina per ricevere un premio in suo onore nella città siciliana. Gli organizzatori del festival Mario Sesti e Tiziana Rocca hanno comunicato che in suo omaggio organizzeranno “un tributo per celebrare la sua carriera e il suo talento”. Hanno raccontato di aver sentito telefonicamente Gandolfini che si era detto “felice di ricevere questo premio e di poter viaggiare per l’Italia”.
Per il ruolo del boss Tony Soprano che l’ha reso noto in tutto il mondo, Gandolfini ha vinto tre Emmy Awards e un Golden Globe come miglior attore in serie drammatica.
“Era un genio”, ha dichiarato il creatore de ‘I Soprano’, David Chase. “Chi l’ha visto anche nella più piccola delle sue performance lo sa. Era uno dei migliori attori di questo o di ogni tempo. Una gran parte del suo genio era nei suoi occhi tristi”, ha aggiunto
James Gandolfini ha portato sul piccolo schermo “uno dei personaggi più complessi della televisione” aveva detto di lui Chase, Il ruolo del boss della mafia italoamericana, Tony Soprano, un corpulento e spietato, ma al contempo fragile capofamiglia del New Jersey, è considerato un personaggio indimenticabile della tv. Soggetto ad attacchi di panico, Tony Soprano racconta sul lettino di una psicanalista i suoi problemi con la famiglia.
Un ruolo che lo ha consacrato al grande pubblico ma dal quale ha sempre preso le distanze dichiarando di essere caratterialmente diverso. E’ nota infatti la modestia e la timidezza di James durante le interviste, contrariamente all’esuberanza del boss mafioso che impersonava. Una volta terminato il suo percorso nelle sei stagioni della serie tv, dal 1999 al 2007, Gandolfini ha continuato a lavorare nel cinema e nel teatro. Nel 2009 è stato nominato a un Tony award per il suo ruolo nella produzione teatrale ‘Il Dio del massacro’. Negli ultimi film al cinema invece ha recitato in ‘Zero Dark Thirty’ e in ‘Cogan – killing them softly. Dal suo primo matrimonio ha avuto un figlio, ora adolescente, di nome Michael. Si è risposato nel 2008 nella sua abitazione a Honolulu con l’ex modella Deborah Lin e insieme hanno avuto una bimba, Liliana, nata lo scorso anno.
Intervistato dall’Associated Press nel dicembre 2012 aveva detto di essere “maggiormente a suo agio in cose più piccole” rispetto al ruolo di protagonista dei ‘Soprano’. Voleva svincolarsi dal ruolo che lo ha consacrato al successo internazionale e dallo stereotipo del boss mafioso. Ha recitato nella parte del segretario della difesa Leon Panetta in ‘Zero dark Thirty’ sull’uccisione di Osama Bin Laden. Ha lavorato con David Chase nella serie ambientata negli anni Sessanta ‘Not fade away’ nella quale interpretava la parte del genitore. Ha prodotto per conto suo un paio di documentari per la Hbo.
Tra i suoi ultimi progetti c’era il film ‘Animal Rescue’, già girato e in programma nelle sale per il 2014 di Michael R. Roskam e scritto da Dennis Lehane. Inoltre aveva accettato di recitare una parte secondaria nella serie, sempre dall Hbo, ‘Criminal Justice’.
La prima grande occasione di diventare un attore per Gandolfini è stata quella di recitare a Broadway in ‘Un tram chiamato desiderio’ nel ruolo di Steve, uno dei compagni di poker di Stanley Kowalski. Il suo debutto cinematografico è stato con Sidney Lumet in ‘Un’estranea fra noi’. Il regista Tony Scott, che si è tolto la vita nel mese di agosto 2012, aveva elogiato il talento di Gandolfini per riuscire a mettere insieme carisma e violenza, creando così un perfetto Tony Soprano. Scott l’aveva definito come “una combinazione unica di fascino e pericolosità”.
In un’intervista, Gandolfini aveva detto di aver iniziato a recitare per liberarsi dalla rabbia anche se “non so esattamente per cosa fossi arrabbiato” aveva detto. L’anno scorso rispondendo alle domande ammetteva di cercare “di evitare le cose violente, sto invecchiando”.