Berlino (Germania), 21 mag. (LaPresse/AP) – Ray Manzarek, storico tastierista dei Doors che fondò il gruppo insieme a Jim Morrison, è morto in Germania a 74 anni. Lo ha fatto sapere il suo agente, Heidi Robinson-Fitzgerald, precisando che il musicista si è spento oggi nella città di Rosenheim, circondato dalla famiglia. Manzarek aveva un cancro del dotto biliare. Dopo aver incontrato Morrison in California negli anni ’60 i due musicisti fondarono i Doors, diventati uno dei più influenti e controversi gruppi della storia del rock.
IL RICORDO DEGLI AMICI. “Non c’era tastierista sul pianeta più appropriato per supportare le parole di Jim Morrison”. Così John Densmore, storico batterista dei Doors, ha ricordato il suo amico e compagno di band. Densmore e Manzarek, insieme a Morrison e al chitarrista Robbie Krieger, hanno fondato i Doors nel 1965 e si sono sciolti definitivamente nel 1973, due anni dopo la morte di Jim Morrison. Grazie alla loro capacità di mescolare blues e psichedelia, in un pugno di anni e con soli sei dischi da studio, hanno segnato un’epoca della musica rock. Il disco di esordio che portava il loro nome è stato uno dei debutti più discussi nella storia della musica rock.
La band, di casa nel noto locale losangelino Whisky a Go Go, simbolizzava l’aspetto più oscuro della vita di Los Angeles, con l’abilità di raccontare cosa accadeva nella città dopo il calare del sole e quando i fan dei Beach Boys tornavano a casa. I “Ray, mi sentivo totalmente in sintonia con te. Era come se fossimo una sola mente, tenendo insieme le fondamenta su cui Robby volteggiavano. Mi mancherai, mio fratello musicale” ha concluso Densmore nella sua nota.
L’atmosfera dei Doors “ha più a che fare con Charles Bukowsky di quanto ne abbia con Farrah Fawcett” ha detto John Doe, della punk band X, amico di Manzarek per oltre 30 anni, riferendosi a due personaggi che rappresentano due immagini contrapposte della California, il poeta e la star di ‘Charlie’s Angels’. “È un verso e proprio luogo oscuro fuori Los Angeles”.
MANZAREK E I DOORS. Nato e cresciuto a Chicago nel 1939, Manzarek ha studiato pianoforte da bambino e ha per un breve periodo pensato a una carriera nel basket. Dopo la laurea presso l’Università DePauw, si è trasferito a Los Angeles per studiare cinema alla Ucla. Qui ha incontrato Morrison nel 1965 a Venice Beach in California. Come Manzarek soleva ricordare, Morrison gli ha letto alcuni versi che sono pi diventati l’inizio di ‘Moonlight drive’. “Non avevo mai sentito testi di una canzone rock come quelli, prima – aveva raccontato a Billboard nel 1967 – abbiamo parlato un po’ prima di decidere di fare un gruppo insieme e fare un milione di dollari”.
Dopo Morrison, Manzarek era il membro più caratteristico della band, con gli occhiali e lunghi capelli biondi che lo facevano somigliare più a un giovane professore che a una rockstar, in un contrasto con il glamour dionisiaco, la labbra sensuale e i lunghi capelli scuri del Re Lucertola, come era soprannominato il frontman. Musicalmente, l’organo di Manzarek su ‘Light my fire’ è uno dei suoni più riconoscibili nella storia del rock. Tuttavia, il musicista sapeva trovare il tocco giusto in tutta la gamma di canzoni, dalle sonnolente tastiere in stile lounge in ‘Riders on the storm’ ai suoni liquidi in ‘The crystal ship’ ai selvaggi ritmi jazzati di ‘Roadhouse blues’. I Doors si consideravano più di una band rock e Manzarek, Densmore e Krieger affrontavano un genere che mescolava rock, jazz, blues dietro i testi consapevolmente poetici di Morrison.
DOPO I DOORS. I Doors sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1993. I loro dischi sono stati ristampati di continuo e la band nel 1991 è stata oggetto di un film di Oliver Stone, ‘The Doors’, con Val Kilmer come Morrison e Kyle MacLachlan come Manzarek. Quest’ultimo si era lamentato di aver stereotipato di Morrison come un ubriacone senza speranza, omettendone gli aspetti più calmi ed umoristici. La loro fama non si è mai sbiadita, benché sia uno dei pochi gruppi che non ha mai permesso che la loro musica venisse usata in pubblicità, anche se questo aspetto è stato oggetto di tensione tra i membri superstiti: Manzarek e Krieger erano a favore, mentre Densmore è sempre stato contro.
Manzarek ha brevemente cercato di tenere insieme la band dopo la scomparsa di Jim, poi ha collaborato con altre band e artisti nel corso degli anni, tra cui gli X e Iggy Pop, e ha prodotto diversi dischi. Ha scritto un libro di memorie, ‘Ligt my fire’ e un romanzo, ‘Il poeta in esilio’, in cui immaginava di ricevere messaggi da un artista molto simile a Morrison che era apparentemente morto. “Amava molto la compagnia delle persone. Era sempre interessato a quello che sucedeva agli altri ed era un grande narratore di storie incredibili, una specie di cantastorie di spiritualismo e atti selvaggi, ‘strane scene all’interno della miniera d’oro'” ha raccontato Doe, citando una strofa di una delle canzoni più note dei Doors, ‘The End’. “Ray amava parlare e anche mitizzare, ma tutto quello che raccontava era basato sulla verità”.
“Per me, per chiunque fosse al tempo, è stato un momento fantastico – ha raccontato Manzarek l’anno scorso in un’intervista alla rivista The Republican – pensavamo che avremmo potuto davvero cambiare il mondo, farne un mondo più ricco di amore cristiano, islamico, ebraico, buddista, induista. Pensavamo di poterlo fare. Noi, ragazzi della generazione dopoguerra degli anni ’50, eravamo innamorati della vita e avevamo aperto le porte della percezione. Amavamo essere vivi e volevamo diffondere quell’amore in tutto il pianeta e fare prevalere pace, amore e armonia sul pianeta, e stonarci, ballare follemente e fare quanto più sesso si potesse fare”. Manzarek lascia la moglie Dorothy, il figlio Pablo e due fratelli, Rick e James.
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