Mumbai (India), 28 mar. (LaPresse/AP) – L’attore di Bollywood, Sanjay Dutt, dice che andrà in prigione come gli è stato ordinato. Dutt è stato condannato dalla corte suprema indiana per detenzione illegale di armi da fuoco. Precisamente di una pistola e tre fucili automatici forniti dai boss della malavita di Mumbai implicati nell’attentato del 1993, in cui morirono 257 persone. Il popolare attore ha rotto il silenzio dopo una settimana dalla sentenza di carcerazione e oggi ha detto: “Rispetto il verdetto della corte suprema. Non ho chiesto la grazia”. “Ci sono molte altre persone che meritano il perdono” ha aggiunto durante una conferenza stampa fuori dalla sua casa a Mumbai. Dutt ha interrotto più volte la lettura della sua dichiarazione preso dalla commozione e ha abbracciato la sorella Priya Dutt. “In questo momento sono un uomo distrutto. La mia famiglia è in frantumi” ha proseguito.
Dutt, 53 anni, è stato inizialmente condannato a scontare 6 anni di carcere con l’accusa di possesso illegale di armi, risultanti parte dell’armamentario consegnatogli dagli uomini condannati per la serie di attentati terroristici che ha colpito Mumbai. L’attore ha sostenuto di non sapere nulla del complotto dei bombardamenti e di aver chiesto delle armi per proteggere la sua famiglia dopo aver ricevuto diverse minacce durante gli scontri settari di Mumbai. Sua madre era musulmana, mentre il padre hindu. Ha scontato 18 mesi in carcere prima di essere rilasciato su cauzione nel 2007 in attesa del ricorso, quindi gli rimangono da scontare tre anni e mezzo.
L’attore bollywoodiano spera di riuscire a completare i suoi progetti cinematografici ancora pendenti nelle quattro settimane di libertà che il giudice gli ha concesso prima di presentarsi in carcere. Secondo gli analisti del mercato cinematografico indiano, perdere Dutt rappresenterà un duro colpo dal punto di vista finanziario del settore. Due film con Dutt sono pronti per il lancio, ma molti altri sono ancora in lavorazione e con probabilità subiranno ritardi.