Torino, 27 nov. (LaPresse) – Il concorso del Torino Film Festival prosegue oggi con ‘Az Do Mesta As / Made in Ash’, opera prima della documentarista Iveta Grófová sospesa tra ostinazione a non mollare, rassegnazione e speranza. A seguire ‘Call Girl’ di Mikael Marcimain, ispirato a uno scandalo realmente accaduto, un film insieme dramma personale e thriller politico, che guarda all’estetica vintage di ‘La talpa’ e al rigore morale di ‘Tutti gli uomini del presidente’. Infine ‘Terrados’ dove Demian Sabini, regista e protagonista, racconta la situazione terribile in cui versa la Spagna con un tono solo apparentemente scanzonato.
La sezione Festa Mobile propone ‘The Pervert’s Guide to Ideology’ di Sophie Fiennes che, in coppia con Slavoj Zizek, accademico istrionico e controverso e appassionato di cinema, torna sei anni dopo ‘A Pervert’s Guide to Cinema’, per raccontarci il messaggio ideologico esplicito e, spesso, implicito di film insospettabili. Si prosegue con ‘L’Ultimo Pastore’ di Marco Bonfanti che ritrae Renato Zucchelli, pastore per passione e vocazione che decide di scendere con il suo gregge a Milano e presentarsi in piazza Duomo: la realtà supera la finzione nel ritratto di un mondo sospeso tra modernità e tradizione.
‘Amleto2′ di Felice Cappa tra Shakespeare e Petrolini, Ofelia e Lucio Battisti, in 3D, lo spettacolo scritto e interpretato da Filippo Timi. Poi ’28 Hotel Rooms’ di Matt Ross narra l’impossibilità del sesso senza implicazioni e le ipocrisie dei sentimenti raccontate attraverso un flusso di parole, in una serie di non-luoghi algidi. Per concludere ‘Le Fils de L’Autre / Il Figlio dell’Altra’ di Lorraine Levy, racconta del giovane israeliano Joseph che con la sua famiglia che scopre di essere stato scambiato alla nascita con Yacine, figlio di una coppia palestinese: un intenso squarcio storico e culturale.
Nella sezione Rapporto Confidenziale, da segnalare ‘Fin’ di Jorge Torregrossa che esordisce nel lungometraggio con un’incursione nel filone sulla fine del mondo, intrecciando antichi sensi di colpa e minacce apocalittiche. A seguire ‘Citadel’ di Ciaran Foy, horror irlandese ansiogeno e dalle atmosfere malate e squallide, inno metaforico al superamento di paure metropolitane ed esistenziali, che strizza l’occhio ai fan di ‘Silent Hill’.
Torna nella sezione Onde il maestro del cinema sperimentale americano Ken Jacobs, che dedica ‘Cyclopean 3D: Life With a Beautiful Woman’ alla sua compagna di sempre, aprendo il suo album fotografico e animandolo di una vitalità piena di incontri, ricordi e passione. Traccia invece una sorta di diario di viaggio alla ricerca di libertà e liberazione l’autrice francese Claire Doyon, che torna (dopo ‘Son of a Gun’) con ‘Penelope’ in un viaggio nella sterminata Siberia alla ricerca di uno sciamano che possa aiutare la figlia autistica della regista. L’italiano ‘Arianna’ di Alessandro Scippa (in proiezione abbinata con il film della Doyon) è una storia d’amore sospesa tra il mito e la modernità, e ‘Invisible’ dello spagnolo Victor Iriarte (in abbinata con ‘Cyclopean 3D’) è un mélo quasi horror sperimentale, dedicato alla storia d’amore impossibile tra due vampiri invisibili.
In concorso internazionale, ‘4 Bâtiments, Face À La Mer’ di Philippe Rouy, finestra aperta sul sito della centrale di Fukushima che rivela un paesaggio spettrale di un futuro apocalittico. La sera, in concorso italiano, ‘Fatti Corsari’ di Stefano Petti e Alberto Testone, sosia di Pasolini, ci racconta la Roma amata dal poeta friulano, in un viaggio oltre lo specchio alla ricerca di se stesso. ‘Parallax Sounds’ di Augusto Contento esplora, attraverso le parole dei suoi protagonisti, le inestricabili connessioni tra Chicago e la sua eccezionale scena musicale, nota come “movimento post-rock”.
La sezione TorinoXXX prosegue con ‘What Richard Did’ di Lenny Abrahamson (regista di ‘Garage’, vincitore del TFF 2007) aspro ritratto di un gruppo di privilegiati che si trasforma a poco a poco in un incubo; e con ‘Baad El Mawkeaa / After the Battle’ di Yousry Nasrallah che racconta la primavera araba con uno stile nervoso e diretto, debitore sia del documentarismo che del neorealismo di stampo rosselliniano, con uno sguardo dall’interno.
Per la sezione Figli e Amanti, ‘Gloria’ di John Cassavetes è il film scelto da Margherita Buy e dal regista Giuseppe Piccioni che lo presenta in sala.
Per la retrospettiva dedicata a Joseph Losey verranno proiettati ‘La Truite’ (1982); ‘A Doll’s House’ (1973); ‘The Servant’ (1963) e ‘The Hide’, diretto dal nipote Marek Losey che sarà presente in sala per presentare sia ‘The Servant’ che il suo film.
Inoltre si conclude ufficialmente il quinto Torino Film Lab, laboratorio internazionale che, attraverso attività di training, development e funding, sostiene giovani talenti di tutto il mondo impegnati nella realizzazione del loro primo o secondo lungometraggio. Questa sera saranno annunciati i vincitori dei premi volti a sostenere i progetti dei giovani filmmaker.
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