Roma, 17 nov. (La Presse) – “Ogni volta che chiudono una sala storica mi chiamano per chiedermi un commento e fare l’epitaffio. Mi intristisce, ma ancor più mi rende triste andare in giro per il centro di Roma e trovare sale chiuse dove prima si vedevano i cartelloni dei film e la gente faceva la fila per entrare. Confesso che quando passo davanti all’Etoile giro la testa dall’altra parte per non vederlo. Le sale chiuse sono come occhi sbarrati”. Così Giuseppe Tornatore, tra i protagonisti dell’ultima giornata del Festival di Roma con il documentario di Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi (‘Giuseppe Tornatore: Ogni film un’opera prima’), interviene sull’emergenza sale. Per oggi a Roma è infatti annunciata la protesta dei lavoratori dei cinema del centro che stanno chiudendo uno dopo l’altro.