Delitto famiglia Hudson,Jennifer lascia aula prima di foto omicidi

Chicago (Illinois, Usa), 25 apr. (LaPresse/AP) – Jennifer Hudson ha chinato la testa verso il basso e ha chiuso gli occhi mentre l’ufficiale di polizia ha preso la parola in aula, ieri durante il processo per omicidio nel tribunale di Chicago. Tre capi d’accusa a carico di William Balfour, ex marito della sorella della cantante, Julia Hudson, per il sanguinoso delitto del 2008 in cui persero la vita la madre della cantante Jennifer, Darnell Donnerson, 57 anni, il fratello Jason 29, e il nipotino di 7 anni Julian King, ritrovato tre giorni dopo in un Suv ad alcuni chilometri di distanza dalla casa in cui si sono consumati gli omicidi. Prima che i procuratori proiettassero le foto della madre in camicia da notte riversa sul pavimento del salotto di casa in una pozza di sangue e del fratello colpito alla testa sul suo letto, Jennifer ha lasciato l’aula per non dover guardare le immagini strazianti.

E’ il secondo giorno del processo del triplo omicidio contro il cognato di Jennifer Hudson, William Balfour. L’uomo si è dichiarato non colpevole di aver ucciso la madre della Hudson, il fratello e il nipote di 7 anni. E’ rimasto seduto con gli occhi fissi sulle foto della scena dell’omicidio trasmesse sullo schermo, ma non è trasalito né ha mostrato altri segni di emozione. Molte delle fotografie hanno mostrato la madre 57enne, Darnell Donerson, sul pavimento con la faccia in giù e una grande macchia di sangue sulla schiena dove è stata colpita. Donald Fanelli, l’esperto forense presente sulla scena del crimine quel giorno, ha testimoniato che la donna potrebbe aver utilizzato una scopa con le mani in un disperato tentativo di respingere l’aggressore. L’esperto ha fatto una simulazione in tribunale davanti ai giurati.

Altre foto erano del fratello Jason, ucciso da un colpo d’arma da fuoco alla testa, vicino all’orecchio, e disteso ancora sul suo letto. Si è sentita piangere e singhiozzare una persona dal fondo dell’aula, non era chiaro se fosse stata un parente un amico della Hudson. Per risparmiare i parenti dal trauma delle immagini, i procuratori spesso fanno sapere quando saranno mostrate le prove di maggior impatto. Anche la sorella della cantante e attrice, l’ex moglie dell’accusato, è uscita dall’aula prima che le foto fossero visualizzate. A inizio giornata la Hudson chinò la testa e chiuse gli occhi quando il sergente di polizia di Chicago, David Dowling, iniziò a descrivere come trovò il corpo della madre in salotto e del fratello tra le lenzuola.

E’ stato messo al banco delle prove e mostrato in aula il video di sorveglianza di un distributore di benzina nei pressi di casa Hudson, in cui si vede Balfour uscire da una macchina poco prima delle uccisioni. I pubblici ministeri stanno cercando di dimostrare che l’uomo si trovasse nella zona quando ci sono avvenuti gli omicidi, fatto che Balfour ha negato. In assenza di testimoni sopravvissuti al plurimo omicidio, i pm devono fornire prove circostanziali schiaccianti per dimostrare la responsabilità di Balfour del reato. La sfida dei procuratori sarà legare all’uomo la presunta arma del delitto, una pistola nera e argento, calibro 45. I procuratori sostengono che Balfour avesse preso di mira la famiglia Hudson per vendicarsi dell’ex moglie Julia e che l’uomo, avendo visto dei palloncini in casa della Hudson e pensando che fossero un regalo del suo nuovo compagno, ha scatenato la sua furia cieca.