Lo dice a LaPresse Antonello Giannelli, Presidente ANP - Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità

La decisione del Tar sull’annullamento della bocciatura della ragazza di Tivoli (Roma) che aveva preso 6 insufficienze “non mi stupisce perché il Tar ragiona secondo una certa logica perché si concentra su alcuni aspetti formali. Attenzione questo non significa che l’alunno viene promosso, i giudici non si sostituiscono ai docenti, ma la decisione è da prendere nuovamente. La scuola deve motivare meglio le sue conclusioni”. Lo dice a LaPresse Antonello Giannelli, Presidente ANP – Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità. Giannelli aggiunge che “la legge impone un obbligo di motivazione per cui se la decisione, per i giudici non è adeguata, questa viene annullata dalla scuola che impone un obbligo di motivazione”.

Il rappresentante dei Presidi focalizza poi la sua analisi su un punto: “Il fatto che ci siano 6 insufficienze nel mondo della scuola è ritenuta una buona motivazione ” per bocciare, ma “dal punto di vista della Giustizia Amministrativa invece queste sei insufficienze potrebbero non essere un parametro fondato”. Insomma, aggiunge Giannelli “si tratta di trovare un punto di equilibrio tra il piano giuridico e quello scolastico”. La sentenza di Tivoli, per Giannelli, “è indicativa di una situazione che non è soddisfacente, di un punto di equilibrio che non è stato trovato”.

Adesso che succede? “Bisogna vedere cosa deciderà la scuola che dovrà rifare lo scrutinio” dice ancora. Cosa può cambiare? “Il giudizio dei professori resta quello – dice Giannelli – ma nello scrutinio i docenti devono capire se le situazioni constatatato da ognuno di loro sono compatibili o meno con la frequenza della classe successiva. Lo scrutinio non è una semplice presa d’atto di quello che è accaduto”.

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