Mancano 4500 medici e circa 10mila infermieri
Fino a 468 giorni per una prima visita oculistica in classe P programmabile, da eseguire entro 120 giorni; 480 per un controllo oncologico in classe non determinata; 526 giorni per un ecodoppler; 437 giorni per un intervento di protesi d’anca in classe D (anziché 12 mesi), 159 giorni per un intervento per tumore alla prostata in classe B (invece di 30 giorni). Sono alcuni dei tempi massimi segnalati dai cittadini che emergono nell’annuale Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva.
Difficoltà di accesso alle cure: in aumento la rinuncia alle prestazioni
È la difficoltà di accesso alle cure il principale problema legato alla sanità per i cittadini italiani. Analizzando le 24.043 segnalazioni giunte nel 2023 (in crescita di 9.971 rispetto all’anno precedente), quasi una su tre – il 32,4%, +2,8% rispetto al 2022 e +8,6 rispetto al 2021 – fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni. I maggiori ostacoli sono costituiti soprattutto da liste d’attesa bloccate (31,1%), e lunghe attese o difficoltà a contattare il Cup (complessivamente il 20%). Aumenta anche in conseguenza di ciò la rinuncia alle cure; nel 2023 sono stati costretti a farlo 4,5 milioni di cittadini, il 7,6% della popolazione (+0,6% rispetto al 2022) e il 4,5% lo ha fatto proprio a causa delle lunghe liste di attesa (era il 2,8% nel 2022). Le segnalazioni dei cittadini nell’ambito delle cure primarie (14,2% delle 24.043 totali) raccontano di difficoltà con il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta (47,1%), a causa dello scarso tempo a disposizione o di un deficit nelle informazioni che vengono fornite. Ricorrono le segnalazioni di chi non riceve un appuntamento in tempi ritenuti “congrui” oppure lamenta visite troppo brevi nelle quali non riesce a riferire tutti i propri problemi al medico.
Mancano 4500 medici e circa 10mila infermieri
Un’altra area particolarmente critica è quella dell’assistenza ospedaliera che quest’anno si classifica al terzo posto per percentuale di segnalazioni (13,3% delle 24.043 totali). In questo ambito le difficoltà riguardano in larghissima misura l’Emergenza-Urgenza e i Pronto Soccorso (82,1%), dove mancano 4500 medici e circa 10mila infermieri. In particolare i cittadini segnalano lunghe attese in chiamata prima di entrare in contatto con l’operatore, sovraffollamento, lunghe ore d’attesa, disorganizzazione nella gestione delle priorità e carenza di personale. “Le segnalazioni del Rapporto civico, da sempre ‘termometro’ del rapporto tra cittadini e Servizio sanitario, ci restituiscono un fermo immagine da anni bloccato sull’accesso, la piaga della sanità pubblica. Rivendichiamo risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio del nostro Paese”, ha osservato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. Il rapporto civico “fa una fotografia di servizio sanitario sofferente”, ma “ci aiuta a comprendere le necessità che si trovano sul territorio e a tracciare un percorso di miglioramento che metta al centro i cittadini e i loro bisogni”, ha commentato il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Oggi il governo compie due anni. I problemi della sanità sono tanti, uno è il sottofinanziamento cronico. Abbiamo cercato di invertire la rotta. Quest’anno come ha detto il ministro Giorgetti e ribadito la presidente del Consiglio se c’è una cosa che non è stata tagliata è la sanità”, ha puntualizzato il ministro.
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