Il premier in un'intervista e "El Pais": "Serve piano europeo ripresa e reinvestimento, se Ue non all'altezza, istinti nazionalisti più forti"

Per il coronavirus "siamo nella fase più acuta. È difficile fare previsioni esatte. Gli esperti sono ancora cauti, ma è ragionevole pensare che siamo vicini al picco. Sabato abbiamo superato le 10mila vittime e questo ci fa molto male e dovrebbe allertare la comunità internazionale. Ma allo stesso tempo ieri abbiamo avuto anche il numero record di guariti: 1.434". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un'intervista a 'El Pais'. "Voglio esprimere la nostra vicinanza e solidarietà al governo spagnolo e alla sua popolazione. È un dramma che conosciamo molto bene e posso immaginare le difficoltà che affrontano. Vogliamo uscire da questa crisi il più presto possibile, tra l'altro, per aiutare altri Paesi come la Spagna con medici, respiratori e dispositivi di protezione individuale", ha aggiunto.

Sulla riapertura Conte è cauto:  "Bisogna ragionare in termini di proporzionalità. Sarebbe stato un errore introdurre immediatamente una chiusura totale del Paese. Inoltre, è impossibile assumere un impatto economico di questo livello troppo prolungato. Dovrebbe essere fatto gradualmente" ha detto il premier. "Quando abbiamo visto che il contagio era diffuso, le misure di restrizione che avevamo adottato in Lombardia sono state assunte da tutto il Paese. Questo fino a quando abbiamo capito che era necessario essere più radicali e abbiamo imposto la chiusura di attività non essenziali. Ma, insisto, sono misure che devono essere graduali", ha aggiunto.

Le proposte dell'Italia? "L'ho chiamato piano europeo di ripresa e reinvestimento. Un modo per sostenere l'intera economia europea. Il problema non è quando uscire da questa recessione, ma uscire al più presto. Il tempismo è la chiave, c'è la massima urgenza. Non penso a uno strumento particolare, possiamo ricorrere a un'ampia varietà. Ma è tempo di introdurre uno strumento di debito europeo comune che ci consenta di superare questa guerra il più presto possibile e rilanciare l'economia" ha sottolineato Conte "Nessun Paese, anche quelli che credono di avere ora un impatto minore, può escludersi da questa grave crisi. L'Europa deve rispondere alle sfide del mercato globale. La reazione unitaria le permetterà di competere meglio", ha aggiunto il premier, che ammonisce:  "Il rischio è evidente. Gli istinti nazionalisti, in Italia, ma anche in Spagna e altrove, saranno molto più forti se l'Europa non è all'altezza del compito".

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