La comunicazione politica ai tempi del Covid-19
Tra le (tante) cose che cambiano ai tempi del Coronavirus c'è anche la comunicazione politica. Le misure restrittive imposte in modo crescente dal Governo sono state comunicate ai cittadini da Giuseppe Conte in diretta Facebook e questo non ha risparmiato critiche al premier, che comunque rimane saldamente in testa alle classifiche di gradimento degli italiani. "Secondo me le due cose non sono collegate – spiega a LaPresse Sara Bentivegna, docente di comunicazione politica all'università 'Sapienza' di Roma – La fiducia riposta nel premier è più legata al fatto che è colui che ci mette la faccia nell'affrontare l'emergenza. I canali comunicativi prescelti sono secondari".
"E' vero che la popolarità di Conte è molto cresciuta dal febbraio 2020 ad adesso, ma sono in crescita tutte quelle figure che si sono impegnate in prima linea nella lotta senza quartiere a questa situazione – concorda Alberto Castelvecchi, professore alla Luiss – Anche facendo magari delle correzioni di rotta, degli sbagli, però la popolazioni apprezza questo fatto di essere disponibile e impegnato in prima linea. Tanto è vero è che sono in alto nelle classifiche di gradimento i Governatori del Veneto e della Lombardia Fontana che pure sono della Lega". Bentivegna apprezza la "virata" fatta ieri dal presidente del Consiglio. "Non si possono utilizzare i canali comunicativi del 2020 come fossero quelli del secolo scorso: Facebook presuppone interattività, non broadcasting. Altrimenti Conte avrebbe potuto mandare una cassetta alle Tv. Ieri invece ha fatto bene, nonostante i problemi audio, prevedendo un'interazione con i giornalisti".
Del tutto diverso, per gli studiosi, il registro scelto da Sergio Mattarella. "La sua comunicazione è per motivi istituzionali meno presente e anche meno presenzialista. E' il presidente della Repubblica, fa sentire con grande discrezione la sua forza, la sua influenza – spiega Castelvecchi – E' come una figura bifronte. da un lato chiama alla coesione istituzionale e alla collaborazione, dall'altro esercita il ruolo fondamentale di tutelare dell'immagine dell'Italia all'estero perché altrimenti si perdono delle posizioni che poi sarebbero irrecuperabili". Bentivegna concorda: Il presidente della Repubblica "ha adottato una comunicazione vincente e rassicurante – sottolinea – non ha invaso i media in tutte le loro declinazioni, ma nello stesso tempo ha lanciato messaggi rassicuranti, o moniti se necessario, come colui che segue con grande attenzione le vicende e ci rassicura". Nuovo, più difficile, forse, in questi giorni, il ruolo dei leader delle opposizioni. "La difficoltà esiste nel momento in cui, di fronte a un'emergenza nazionale di questa portata, anche la distinzione maggioranza-opposizione diventa questione di lana caprina. Tutti devono contribuire a risolvere l'emergenza. In più c'è il fatto che i principali leader dell'opposizione, Salvini e Meloni, hanno sempre scelto strategie di comunicazione molto aggressive, vocianti, urlate. In questo momento è una modalità comunicativa che non ha spazio". In più, fa notare Castelvecchi "i leader di opposizione in questo momento non possono invocare le elezioni anticipate. Non ha senso ora e non avrebbe senso neanche se venisse nominato un esecutivo nazionale, con la possibilità che Mario Draghi per gestire l'emergenza economica prenda le redini del Paese".
Cambia anche il modo in cui gli italiani si approcciano alla politica. Molti sono a casa e fruiscono in modo diretto alle informazioni, non mancando gli appuntamenti – ormai rituali – come il punto stampa della Protezione civile o gli interventi di Conte.
"Per sopravvivere alla reclusione forzata la routine, paradossalmente, diventa utile. Abbiamo bisogno di costruirci degli appigli. Per questo oltre a ricordare ai cittadini di stare a casa, le istituzioni dovrebbero anche riconoscere che l'hanno fatto e che i risultati si cominciano a vedere. Anche riconoscimento e gratificazione servono, come con le diete", sostiene Bentivegna. "Adesso le dirette irrompono molto di più. Questo fa sì che i tg diventino una sorta di diretta fiume. La cosa ha il suo vantaggio perché aiuta a trasmettere le informazioni e a far restare la gente a casa, però molti psicologi hanno fatto sentire la loro voce per evitare che la ragionevole paura del contagio diventi angoscia, terrore e poi rabbia. E' importante che questo menu tv a getto continuo venga ridotto", suggerisce Castelvecchi.
Nuova vita per i social. "Non sono più tanto o non solo piattaforme di hate speech, ma in questo momento sono diventati una sorta di supplenti della vita sociale che ci manca – sottolinea il docente Luiss, che mette in evidenza tre cose: "la prima è l'utilizzo dei social media che si sta facendo negli atenei: sta cambiando il modo in cui i social media ci aiutano a trasmettere il sapere. La seconda cosa sono le dirette Fb e Instagram degli amministratori locali. Ce ne sono alcune che sono assolutamente interessanti, ad esempio quella del sindaco di Bari Decaro. E' rimasto famoso il primo cittadino di Gualdo Tadino, Preciutti, perché ha fatto una vera e propria 'cazziata' ai suoi cittadini su Fb e il sindaco Bancheri di un paese della Sicilia per una reprimenda alla cittadinanza, nella quale ha utilizzato un misto di dialetto e di italiano. Questo sta riuscendo: è super efficace". Bentivegna plaude infine al ruolo che in questa trasformazione hanno avuto gli utenti: "Noi li abbiamo utilizzati in un altro modo. Abbiamo deciso di privilegiare pratiche comunicative adatte alla situazione. Ci mancano cene e aperitivi e abbiamo deciso che le piattaforme digitali in questo momento devono assolvere a queste funzioni: sono diventati veicoli di socializzazione, di accudimento".