Coronavirus, metalmeccanici lombardi in sciopero mercoledì

Sindacati: "Abbiamo sempre preteso di mettere salute e sicurezza del lavoratore come questioni prioritarie". Confindustria: "Non è un bel messaggio"

 Metalmeccanici in sciopero mercoledì in Lombardia contro il nuovo decreto del Governo che, scrivono i sindacati di categoria lombardi in una nota unitaria, "tiene conto solo in misura parziale delle istanze che Cgil, Cisl e Uil hanno posto all'attenzione dell'esecutivo".

Molte attività "non essenziali né indispensabili – scrivono i sindacati – sono state inserite tra quelle che possono continuare a lavorare. Abbiamo sempre preteso di mettere salute e sicurezza del lavoratore come questioni prioritarie, ma registriamo che il Governo ha ceduto alle indebite pressioni di Confindustria: il profitto e l'economia hanno avuto il sopravvento su salute e sicurezza. Così non va". Per questi motivi, i sindacati proclamano la sciopero regionale il giorno 25 marzo "in tutte le aziende che non hanno produzioni essenziali e di pubblica utilità per le necessità del Paese e in tutti quei luoghi di lavoro dove non ricorrano le condizioni di sicurezza".

Fim, Fiom e Uilm del Lazio si associano.  "in assenza di misure concrete per la messa in sicurezza dei lavoratori proclameranno per il 25 marzo sciopero generale della categoria". Lo scrivono in una nota i sindacati laziali dei metalmeccanici, che sono pronti quindi allo sciopero come i colleghi della Lombardia. "nelle aziende appartenenti ai settori che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali e, in ogni caso, in tutti quei luoghi di lavoro dove non ricorrano le condizioni di sicurezza definite nel protocollo condiviso del 14 marzo 2020, a partire dal 23 marzo 2020, si agirà con lo sciopero già dichiarato dalla categoria a livello nazionale il 20 marzo scorso", sottolineano i sindacati. "Le aziende che svolgono attività non essenziali devono chiudere e i loro dipendenti devono poter stare a casa!", chiariscono i sindacati

 

Lo sciopero dei metalmeccanici "non è un bel messaggio" ha commentato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ai microfoni di Sky Tg 24.