Via al progetto Stefano Morgia: diabetici a scuola di prevenzione da diabetici

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Rotary Club Roma Mediterraneo ed i Centri Diabetologici del Lazio di Acismom

Il progetto, dedicato alla memoria del medico Stefano Morgia, nasce dalla collaborazione tra il Rotary Club Roma Mediterraneo ed i Centri Diabetologici del Lazio di Acismom (Associazione Cavalieri Italiani Sovrano Militare Ordine di Malta).

Per la realizzazione di questo progetto si è partiti da una semplice considerazione: così come per un ex fumatore è più facile spiegare agli altri che il fumo fa male, così anche per un diabetico può essere più semplice e naturale favorire la conoscenza della patologia e diffondere buone pratiche di prevenzione ad altre persone con diabete.

"Nelle malattie con cronicità, e il diabete fa parte di queste – spiega Mauro Ragonese, direttore dell’unità operativa complessa attività ambulatoriali Acismom -un aspetto fondamentale ma ampiamente sottovalutato dal Servizio sanitario nazionale è quello dell’educazione, sia del paziente che della sua famiglia. Il nostro progetto va quindi ad affiancare il lavoro clinico, promuovendo l’attivazione di piccoli gruppi di persone con diabete che saranno ‘educate’ da un cosiddetto ‘paziente esperto’, adeguatamente formato. È come, per fare un esempio, se volessimo coinvolgere un hacker in un progetto per la sicurezza informatica".

Nella sua fase iniziale il progetto vuole formare all’attività educativa e comunicativo-relazionale 18 pazienti volontari, da inserire successivamente nell’attività di educazione terapeutica strutturata dei team dei Centri diabetologici Acismom di Roma.

"Il Piano nazionale della cronicità – sottolinea Ragonese – definisce e chiarisce l'importanza dei prodotti ‘non clinici’ nello sviluppo di moderni percorsi assistenziali dedicati alla cronicità. Il diabete mellito o di tipo 2, paradigma della cronicità, trova quindi nell’educazione, intesa come percorso strutturato e sistematico, uno strumento fondamentale nel favorire, nel paziente e nei suoi familiari, l'informazione-educazione sanitaria sugli stili di vita utili a contrastare l’evoluzione della patologia. Il progressivo trasferimento di competenze ed abilità dal ‘paziente esperto’ al paziente ‘normale’ riesce ad orientare paziente e nucleo familiare verso la capacità di far fronte alla malattia (selfcare), fino ad una vera e propria capacità consapevole di autogestione della stessa (selfmanagement). L'efficacia educativa, desanitarizzata dalla scarsa empatia e comunicatività specialistica, trova nel paziente ‘esperto’ un attore-educatore fondamentale che associa alla conoscenza ed alle abilità anche la capacità di condividere e trasmettere il proprio vissuto, in un processo di empowerment contagioso".

Il ruolo del R.C. Roma Mediterraneo – ha dichiarato il Presidente del Club Umberto Moruzzi – sarà quello di fornire non solo supporto finanziario ma soprattutto service professionale ed attività operative per il raggiungimento di questa importante azione per la prevenzione e la cura delle malattie, come Area d’Intervento indicata dalla Fondazione Rotary.

Tra i benefici attesi dal progetto -concludono Moruzzi e Ragonese – ci sono il miglioramento della qualità della vita, l’ottimizzazione del controllo glicometabolico e clinico, la prevenzione delle complicanze e il risparmio per il Sistema sanitario". Il progetto si concluderà a giugno 2020.