Continua a rimanere alto il livello di guardia per la diffusione del morbillo in Italia. Nei primi sei mesi di quest'anno sono stati segnalati 2029 casi (di cui 267 a giugno); 4 i decessi, che si aggiungono ai 4 segnalati nel 2017. Il dato più significativo è che il 91,3% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,4%, invece, era stato vaccinato con una sola dose. È il quadro che emerge dall'ultimo bollettino sulla sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia prodotto dall'Istituto superiore di sanità.
Sono 20 le regioni ad aver segnalato casi (16 regioni nel mese di giugno), ma l'89,4% si è concentrato in 7 regioni, Sicilia (1.066), Lazio (204), Calabria (144), Lombardia (131), Campania (128), Emilia Romagna (77) e Toscana (64). La Sicilia ha l'incidenza più elevata, con 422 casi per milione di abitanti. L'età media è stata di 25 anni, con 393 casi in bambini di età inferiore a 5 anni, di cui 125 con meno di 1 anno, e 87 casi tra operatori sanitari, di cui 41 complicati.
Nei primi sei mesi del 2018, inoltre, ci sono stati 14 casi di rosolia (di cui 3 nel mese di giugno), che colpisce le stesse fasce di età e ha una sintomatologia simile al morbillo. Nei Paesi dell'Unione Europea e dell'area economica europea sono in corso epidemie di morbillo, oltre che in Italia, in Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Grecia, Romania, Slovacchia e Regno Unito. I Paesi membri con il numero più elevato di casi (dati aggiornati all'11 luglio) sono la Romania (4317 casi, inclusi 22 decessi, nel 2018, portando a 14596 i casi confermati di morbillo nel Paese dall'inizio dell'epidemia a ottobre 2016, inclusi 59 decessi), la Francia (2588 casi nel 2018, inclusi 3 decessi), la Grecia (2238 casi nel 2018, inclusi 2 decessi) e il Regno Unito (1654 casi in Inghilterra e Galles all'1 luglio, 308 casi in più rispetto al mese precedente).