Aids, 3.451 nuovi casi nel 2016. Allarme su diagnosi tardive

A preoccupare maggiormente anche la scarsa informazione da parte dei giovani

In Italia, secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità, Centro Operativo Aids (COA) nel 2016 sono state riportate 3.451 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nonostante i progressi fatti in questi anni a livello globale, l'Hiv continua a rappresentare un serio problema di sanità pubblica: un problema attuale e sottovalutato. A preoccupare maggiormente, oltre a una scarsa informazione da parte dei giovani, anche il fatto che circa il 40% dei casi di Hiv sia diagnosticato in modo tardivo, mettendo così a rischio le vite stesse dei contagiati e mantenendo alta la circolazione dl virus nella popolazione generale.

A lanciare l'allarme è l'Anlaids Onlus (Associazione Nazionale per la Lotta contro l'Aids): all'anno sono 4.000 le nuove diagnosi di infezione, dato stabile negli ultimi 5 anni con un incremento registrato negli ultimi due annidinuove infezioni nella fascia d'età tra i 25 e i 29anni. In particolare la Lombardia, con circa 20mila persone affette da Hiv e Aids (e Milano che ne registra 400 all'anno) è tra le regioni con la maggior concentrazione di pazienti, insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria.

Anlaids Sezione Lombarda ha ideato questa campagna nazionale – che ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Milano, di Pubblicità Progresso e di ATS della Città Metropolitana di Milano – che prevede affissioni in 12 città italiane a partire da oggi, 30 novembre: interpretata da personaggi del mondo dello spettacolo, della tv, dello sport e da volontari legati al mondo di Anlaids che hanno deciso di mettere la loro faccia a favore di un messaggio forte e provocatorio, la campagna si rivolge schiettamente a tutti, con un claim chiaro e diretto: 'Se te ne fotti, l'aids ti fotte'.

"Vogliamo riportare l'attenzione su un tema che sembra essere dimenticato, ma che continua a colpire in silenzio, condizionando la vita di migliaia di persone", ha spiegato Carmine Falanga, responsabile progetti e iniziative speciali di Anlaids, artefice della campagna. "Il claim della campagna è chiaro e concreto – ha aggiunto – noi informiamo, alle persone resta la decisione su come comportarsi. Noi di Anlaids ci siamo sempre stati e ci saremo in futuro per chiunque abbia bisogno di noi. E come diciamo sempre, proteggi ciò che ami, proteggi te stesso".

Il messaggio è prevenire: "finchè non riusciremo a incidere significativamente nel ridurre il numero delle nuove infezioni, la sfida sarà persa", ha precisato Andrea Gori, direttore del dipartimento di medicina interna e dell'Unità Operativa Malattie Infettive dell'Ospedale San Gerardo di Monza e membro del direttivo di Anlaids Lombardia Un aspetto di non poco conto è il pregiudizio che ancora oggi coinvolge le persone Hiv positive a causa della paura di farsi conoscere e riconoscere. La campagna di Anlaids, vuole favorire la costruzione di una società organizzata in grado di guardare la malattia con uno spirito positivo e combattivo e sarà occasione preziosa per comunicare i passi avanti della ricerca medica e scientifica e le nuove opportunità di protezione e di cura.