Torna anche quest'anno, dal 16 al 22 maggio, la settimana nazionale per la prevenzione della Celiachia, una patologia i cui casi conclamati tra gli italiani negli ultimi anni, secondo il ministero della Salute, hanno avuto un'impennata del 15% passando da 148.662 a 172.197. Numerosi altri, invece, rimangono latenti se non si ricorre a un esame approfondito dell'intestino. Un aiuto concreto nell'individuazione precoce di questi ultimi oggi arriva anche dall'odontoiatria che, stando alle ultime ricerche, può contribuire all'individuazione di alcuni sintomi della malattia, come afte e macchie dentali, che si riscontrano nella cavità orale.
"Ai miei pazienti dico di non sottovalutare mai le afte e le macchie sullo smalto, soprattutto se donne, – afferma il dottor Jacopo Gaultieri, odontoiatra membro dell'Eao (European Association for Osseointegration), specializzato in implantologia e rigenerazione ossea, che opera tra Lucca e Milano – perché la celiachia oggi è unanimemente considerata come una particolare malattia autoimmune in cui il disturbo intestinale è solo la prima di una serie di reazioni immunitarie che possono colpire anche altre sedi corporee. In questo modo si spiegano molti dei sintomi extraintestinali della malattia tra cui una serie di manifestazioni cliniche rilevabili, il più delle volte, con un semplice controllo, eseguito dal vostro odontoiatra o igienista dentale di fiducia".
In base ai dati della 'Relazione annuale al Parlamento' pubblicata dal ministero della Salute alla fine dello scorso anno, l'Italia ha fatto registrare una crescita esponenziale di persone affette da celiachia: nel triennio 2012-2014, infatti, si è avuto un aumento totale da 148.662 a 172.197 casi in Italia. Un'altra conferma, inoltre, arriva dall'incidenza a livello di genere, che vede la celiachia come una patologia 'al femminile' con più del doppio dei casi di donne affette: 121.964 contro i 50.233 uomini.
La sua comparsa, inoltre, non avviene più tanto durante l'età infantile (i bambini sono il 9,3%), ma si verifica sempre di più in età adulta e, parlando di numeri, come afferma anche il dottor Costantino De Giacomo, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'Ospedale Niguarda di Milano, "data l'incidenza, i celiaci sarebbero potenzialmente circa 600mila ma ne sono stati diagnosticati ad oggi intorno a 172.000", in quanto sono numerosi anche i casi sospetti ai quali non viene data ufficialità.
"E' chiaro dunque – conclude il dottor Jacopo Gualtieri- che, come dimostrano numerosi studi clinici presenti in letteratura, la maggiore evidenza di correlazione con la celiachia si è registrata per la stomatite aftosa ricorrente – le afte – e per le ipoplasie dello smalto – le macchie dentali. Un attento esame obiettivo del cavo orale da parte dell'odontoiatra, dunque, potrebbe rilevare la presenza di lesioni dei tessuti duri e molli o altre particolari problematiche che si associano con maggior frequenza alla celiachia, far insorgere il sospetto e avviare, quindi, l'iter diagnostico".
La relazione del ministero della Salute indica la lista dei sintomi, segni e condizioni cliniche della celiachia più frequenti, tra cui appaiono anche la stomatite aftosa ricorrente e l'ipoplasia dello smalto dentario, due problematiche che possono far allertare l'odontoiatra e che, dunque, possono portare a una diagnosi preventiva. La diagnosi precoce è molto importante nel prevenire i danni che le patologie associate alla celiachia possono creare a medio e lungo termine. Nelle forme cliniche tipiche con segni e sintomi gastrointestinali (diarrea cronica, dolori e distensione addominale, perdita di peso), sospettare la celiachia è relativamente facile. Tuttavia la maggior parte dei pazienti presenta forme atipiche difficili da diagnosticare poiché caratterizzate dall'assenza dei sintomi intestinali.